Mafia a Lumezzane, tre a giudizio

(red.) Nella giornata di lunedì 14 settembre, in udienza preliminare al tribunale di Brescia, il giudice Enrico Ceravone ha rinviato a giudizio tre persone per presunti legami tra Lumezzane e la Valtrompia, nel bresciano, e la ‘ndrangheta calabrese. L’accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso per la quale saranno chiamati a processo il 2 febbraio Giovanni Tigranate, Salvatore Rachele e Giuseppe Piromalli, attualmente liberi. Le indagini erano state avviate dal procuratore di Brescia Paolo Savio che parlava di associazione criminale di tipo ‘ndranghetistico operante a Brescia e nel distretto della corte d’appello di Brescia. Stando alla ricostruzione, due di loro erano considerati a capo dell’organizzazione nel bresciano e con collegamenti diretti a un clan presente a Messigna di Oppido.
L’obiettivo sarebbe stato quello di compiere furti e delitti, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi e materie esplodenti. Infine, gestire e controllare le attività economiche o realizzare profitti e vantaggi ingiusti. La procura parla anche di omertà, senso di appartenenza alla Calabria, riunioni, riti di iniziazione e il rispetto dei ruoli. Dopo l’operazione “Centauro” che aveva sgominato un traffico di droga tra la Valtrompia e la Calabria, si sarebbe poi tenuta una cena a Orzinuovi nel clan per ordinare la presunta organizzazione. Nella stessa udienza ci sono state anche alcune condanne per reati fiscali.