Brescia, brasiliana finisce in carcere. Ma è mistero

Una 35enne residente in corso Magenta. Accusata dal Paese d'origine di aver portato prostitute in Italia. Ma il suo avvocato: "Possibile scambio di persona".

(red.) Dal giorno di San Faustino, mercoledì 15 febbraio, una donna 35enne di origine brasiliana è detenuta nel carcere femminile di Verziano, a Brescia. La sudamericana si è vista presentare gli agenti della polizia di Stato nella sua casa di corso Magenta, in pieno centro storico, dove per lei sono scattate le manette e il trasferimento all’istituto di pena. La vicenda riguarda l’emissione di un mandato di cattura internazionale emesso dal tribunale brasiliano di Cearà nei confronti della donna che sarebbe accusata di traffico internazionale di esseri umani con finalità di sfruttamento della prostituzione.

Secondo la corte dello Stato sudamericano, la 35enne sarebbe responsabile di un vasto giro di prostitute verso l’Italia. Dell’intero caso ne dà notizia il Giornale di Brescia. La donna brasiliana, da due anni a Brescia, è sposata con un connazionale regolare in Italia. Lei, invece, attendeva il momento per concludere la pratica per il permesso di soggiorno. Del suo caso se ne sta occupando l’avvocato Luca Nobili che ha annunciato l’intenzione di chiedere i domiciliari per la propria assistita nel momento in cui la Corte d’Appello di Brescia dovesse convalidare l’arresto.

Ma la sensazione dello stesso legale è che possa essersi trattato di uno scambio di persona. La donna proveniente dalla Bahia, in Brasile, dice di non essere mai stata a Cearà da dove è stato emesso il mandato. In più, nello stesso Stato non ci sarebbero casi pendenti su di lei e nemmeno è indagata in Italia. Tanto che quando è stata prelevata dalla sua casa di corso Magenta verso il carcere pensava che si trattasse della sua posizione da clandestina. I fatti contestati dal tribunale sudamericano riguardano il 2013. L’avvocato ha sottolineato che la donna ha una fedina penale pulita e ha accusato un malore nel momento in cui è stata portata dietro le sbarre.

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