Sebina, nella Trentapassi un anti-sorpassi

In due mesi il dispositivo sperimentale sarà installato in galleria Pisogne. Intanto da Lonato fanno ricorso per riattivare i due autovelox alla San Zeno.

(red.) Nuove installazioni di telecamere e di dispositivi sulle strade della provincia di Brescia, si sa, spesso provocano malumori agli automobilisti, in particolare ai più indisciplinati, che sorpassano a raffica oppure non rispettano i limiti di velocità. Su questo fronte si segnalano tre situazioni di cui dà notizia il Giornale di Brescia. Per esempio, un “sorpassometro” che sarà montato nell’arco di due mesi all’interno della galleria Trentapassi di Pisogne, nel bresciano. E’ una sperimentazione richiesta dalla Provincia e accolta dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti e realizzata dalla società Velocar.

Il funzionamento è molto semplice: la rete di dispositivi rileverà per circa 15 secondi il transito di ogni mezzo, anche degli incoscienti che decidono di entrare nel tunnel sorpassando gli altri veicoli. E la tecnologia avrà anche in dotazione le funzioni per accertare veicoli non revisionati o non assicurati. Ed è comunque da precisare, come invece si solleva dai social network, che sulla provinciale 510 non è attivo alcun autovelox nella Trentapassi. Spostandosi, invece, di diversi chilometri verso il lago di Garda, il sindaco di Lonato Roberto Tardani ha presentato ricorso contro il decreto prefettizio del 29 dicembre per le strade che possono dotarsi di sistemi di rilevamento della velocità e di autovelox.

Infatti, proprio dalla fine di dicembre sono stati rimossi i due sistemi ai varchi della galleria San Zeno, che in passato è stata teatro di numerosi incidenti, anche gravi. L’idea che all’interno del tunnel gli scontri siano calati, ha spinto la prefettura a chiudere i due macchinari. Ma secondo il Comune, era proprio grazie a questi che gli incidenti erano diminuiti. Al contrario, in Valtrompia, accettano la direttiva della prefettura sugli autovelox e non faranno ricorso. Anche se alcuni Comuni, in primis Concesio, non condividono la scelta, perché i sistemi di misurazione della velocità sarebbero comunque un deterrente.

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