Clarabella, i genitori di Nadia chiedono giustizia

(red.) Nella giornata di giovedì 28 giugno si sono fatti sentire i genitori di Nadia Pulvirenti, la 25enne bresciana di Castegnato che il 24 gennaio del 2017 venne uccisa con diciannove coltellate dal 54enne marocchino Abderrhaim El Mouckhtari. Il delitto venne consumato nella stanza abitata dallo straniero all’interno della comunità di recupero per malati psichiatrici Clarabella di Iseo.

I genitori chiedono giustizia dopo che il 24 maggio del 2018 l’assassino, arrestato ore dopo l’omicidio e mentre vagava per le vicinanze della struttura, è stato prosciolto perché considerato incapace di intendere e volere nel momento in cui ha sferrato le coltellate. Ora si trova in un Rems dove dovrà restare per dieci anni, ma niente carcere. Nella loro battaglia, i genitori si sono affidati a due avvocati anche per capire uno dei maggiori dubbi.

Per quale motivo – si chiedono – il 54enne poteva avere un coltello nella stanza, nonostante sei mesi prima del delitto avesse ferito con la stessa arma un coinquilino? Ora si attendono per la seconda metà di agosto le motivazioni sul proscioglimento, mentre si sta concludendo anche la seconda inchiesta aperta dal magistrato Erica Battaglia dopo aver indagato otto tra medici e dirigenti della comunità di recupero per capire eventuali responsabilità: per loro l’accusa è di concorso colposo in omicidio doloso.