Mazzette per permessi, chiuse indagini: 9 accusati

Indagati il dipendente sospeso di Brescia che si sarebbe fatto dare i soldi e gli stranieri che avrebbero versato somme per far arrivare i propri parenti.

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    (red.) Rinvio a processo, oppure archiviazione del caso. Questi possono essere i destini del dipendente sospeso del Comune di Brescia e di altri otto stranieri per i quali la procura, come scrive Il Giorno, ha chiuso le indagini notificando l’atto ai diretti interessati. Si tratta del 35enne brasiliano, ma residente nella bassa bresciana, assunto prima in Polizia Locale e poi approdato alla prefettura per lo sportello unico all’Immigrazione, che si sarebbe fatto dare del denaro per dare pratiche agli stranieri sul ricongiungimento familiare. L’uomo, attualmente sospeso dall’incarico per sei mesi, è accusato di concussione, corruzione, truffa ai danni dello Stato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

    Gli altri indagati sono cinque pachistani e tre indiani che avrebbero versato dai 100 ai 1.000 euro all’addetto per farsi dare documenti non autorizzati con cui far entrare in Italia i parenti. Questa situazione sarebbe andata avanti nel corso del 2017 ed è stata scoperta dai carabinieri della compagnia di Brescia coordinati dalla procura e dopo la segnalazione di un avvocato. A questo punto i nove accusati hanno venti giorni di tempo per farsi interrogare dal magistrato Ambrogio Cassiani o depositare delle memorie difensive. Poi si valuterà sul processo.

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