Sandrini, padre: “Abbandonato da istituzioni“

Il congiunto del 32enne che risulta essere ostaggio in Siria si scaglia contro la politica nazionale che non farebbe nulla. "Mi dicono di stare tranquillo".

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    (red.) Serpeggiano preoccupazione e paura a Folzano, nel bresciano, dopo che mercoledì 1 agosto l’agenzia specializzata Site ha diffuso un video della durata di 53 secondi in cui si vede e si sente parlare il 32enne Alessandro Sandrini. Indossando un abito arancione come quelli che l’Isis impiega per gli ostaggi, in ginocchio e alle sue spalle due uomini incappucciati e armati di kalashnikov, si rivolge all’Italia dicendo di essere l’ultima possibilità per essere salvato. Si tratta del secondo video che viene mostrato dopo quello di marzo e ha avuto un effetto devastante sui genitori del giovane. Separati, ma accomunati dalla volontà di riportare in Italia il figlio. Il padre Gianfranco, però, che dice di aver visto l’ultimo video dell’1 agosto su un telegiornale bresciano, si scaglia contro le istituzioni rimproverandole di lasciare solo Alessandro e di aver abbandonato anche proprio i genitori.

    Di certo l’unità di crisi della Farnesina, anche dopo i più recenti 53 secondi e che sarebbero derivanti al 19 luglio come dice lo stesso 32enne davanti alla telecamera, se ne sta occupando. C’è anche la procura di Roma che da tempo, dopo la notizia della sparizione del giovane che era partito il 3 ottobre del 2016 per una settimana di vacanza ad Adana, in Turchia, sta indagando e acquisendo materiale. “Mi dicono di stare tranquillo, ma non ce la faccio più” dice amaramente il padre del 32enne che si è anche affidato a un avvocato turco per capire cosa stia succedendo. E lamenta il fatto che nessuna istituzione, dal Comune di Brescia fino ai livelli più alti e nazionali, starebbe facendo nulla per riportare il 32enne a casa. Ma sospetta anche in diversi elementi.

    Per esempio, non capisce perché Alessandro sia andato in quella località turca che è molto frequentata a livello turistico, ma soprattutto tra luglio e agosto e non in ottobre. Poi, perché l’hotel in cui il 32enne aveva alloggiato non aveva presentato una denuncia di scomparsa quando non ha più rivisto il cliente. La sensazione del padre Gianfranco è che a Brescia ci sia qualcuno che sapesse del motivo di questo viaggio e forse qualche accordo sul posto, tra Siria e Turchia, che ha messo Sandrini nelle mani sbagliate. Di certo alle autorità turche il bresciano non risulta in arresto e nemmeno in carcere.

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