Soldi o sesso per le pratiche, chiesti oltre 6 anni

Il dipendente comunale di Brescia, sospeso, Claudio Lazzari avrebbe preteso denaro e palpeggiato una donna con il via all'idoneità di case di stranieri.

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(red.) Ieri, venerdì 5 ottobre, al tribunale di Brescia si è svolta un’udienza del processo con rito abbreviato e in primo grado a carico di Claudio Lazzari, l’impiegato di palazzo Loggia – attualmente sospeso – accusato anche di tentata concussione e violenza sessuale. Secondo il capo di imputazione che aveva visto gli agenti della Polizia Locale arrestarlo lo scorso marzo e poi porlo ai domiciliari, l’uomo almeno in un caso avrebbe palpeggiato una donna cinese che si era rivolta al suo ufficio.

Lazzari, infatti, era chiamato a dare l’idoneità degli alloggi di diverse abitazioni dove risiedono stranieri. L’udienza di ieri è stata dedicata alle sue dichiarazioni spontanee e in cui ha negato ogni responsabilità. La parola è stata poi data ai suoi legali, mentre infine il pubblico ministero Ambrogio Cassiani ha chiesto una condanna di 6 anni e otto mesi di reclusione. Il processo è stato aggiornato al 5 novembre quando il giudice pronuncerà la sentenza. Nel mirino sono finiti quattro episodi di cui il dipendente sarebbe stato autore e segnalati dai colleghi alla Polizia Locale, chiedendo denaro ai cittadini in cambio delle pratiche.

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