Maltempo, Regione chiede calamità: metà a Brescia

Dal Pirellone la richiesta al Governo e danni per 40 milioni. Solo nella nostra provincia si arriva a 20. Si stanno riattivando le vie di comunicazione.

(red.) Dopo il forte maltempo che lunedì scorso 29 ottobre ha colpito anche la provincia di Brescia, i territori più danneggiati sono al lavoro per ripristinare la viabilità ancora chiusa in alcuni punti e anche per accertare i danni. E su questo fronte Brescia, in negativo, la fa da protagonista visto che si parla di 20 milioni di danni rispetto ai 40 totali misurati in tutta la Regione Lombardia. Non a caso ieri, lunedì 5 novembre, al termine della riunione della giunta, il governatore Attilio Fontana e l’assessore Raffaele Cattaneo hanno scritto al Governo per dichiarare lo stato di calamità naturale. A livello dei vari territori, la Valcamonica, tra le più colpite, sta lavorando per sistemare alcune situazioni.

Dopo la riapertura della linea ferroviaria a Ceto, nelle ore intorno a martedì 6 si opererà per riaprire da mercoledì 7 novembre anche la vecchia statale 42. Intanto, ieri il Comune e i tecnici della Provincia e regione hanno svolto un sopralluogo e si darà comunicazione anche al prefetto di Brescia. Tutto il materiale franato nel torrente Figna è stato posto a lato della vecchia statale e verrà smaltito, mentre oggi opererà anche una spazzatrice. Per la valle e come interventi urgenti il Pirellone ha messo a disposizione 120 mila euro per svuotare la briglia e pulire il torrente. Altri 75mila euro saranno impiegati per la Valpaghera. Sempre in valle, ma salendo di quota, a Pezzo di Ponte di Legno una zona di bosco è stata devastata dal vento, mentre i cittadini e volontari si sono messi al lavoro per riattivare i collegamenti. Per fortuna la maggior parte degli animali che occupano l’area del Parco dello Stelvio si sono salvati e si sta pensando alla ricostruzione in vista della riapertura in primavera. Nel frattempo, l’energia elettrica viene assicurata grazie ai generatori di emergenza.

Anche a Bagolino, in alta Valsabbia, la situazione sta tornando alla normalità e qui si sta intervenendo soprattutto sulla provinciale 669 dal ponte Prada verso il centro per evitare altre frane. Resta chiusa la strada per Riccomassimo e si sta lavorando su Cerreto, mentre è stata riaperta la via per il Maniva, anche se il passo rimane chiuso come ogni autunno ed inverno. Al posto del traliccio piegato dal vento ne è stato installato un altro provvisorio. Per quanto riguarda il lago di Garda, la situazione sembra rientrata a proposito dello scolmatore aperto per l’Adige, anche se al momento pare trattarsi soprattutto di un danno di immagine. Ma l’emergenza sta riguardando ancora l’alto lago, tanto che la strada della Forra per Tremosine è stata chiusa per le frane e la caduta di alberi. Di conseguenza i pendolari sono costretti ad affrontare percorsi alternativi e ci vorrà almeno una settimana per il possibile ritorno alla normalità. Infatti la Provincia dovrà rimuovere i disgaggi, svuotare le reti paramassi e di nuovo installarle. Scendendo verso la Franciacorta, anche il Comune di Rovato ha chiesto lo stato di calamità a causa di cantine, garage ed edifici allagati, tanto da parlare di 4 milioni di euro di danni.

Infine, a Calvisano, nella bassa, gli agenti della Polizia Locale hanno segnalato la rottura di un argine del fiume Chiese alla centrale idroelettrica di Mezzane e provocando una piena. L’area è stata recintata e sono stati avvisati i tecnici dell’agenzia interregionale per il fiume Po per un sopralluogo.

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