Paspardo, arresto sindaco per lavori municipio

De Pedro, con due amministratori, aveva ridotto in lotti l’appalto per riqualificare la sede e per consentire alle imprese “amiche” di lavorare.

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    (red.) E’ per la riqualificazione energetica del municipio, un appalto da 244 mila euro, che il sindaco bresciano di Paspardo Fabio De Pedro è stato arrestato e si trova ai domiciliari, mentre la vicesindaco Caterina Dassa e l’assessore Aristide Saleri risultano indagati a piede libero. L’accusa nei loro confronti da parte del pubblico ministero Ambrogio Cassiani è di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, cioè turbativa d’asta. Le indagini sono state condotte insieme ai carabinieri che hanno messo nel mirino il fatto che l’appalto fosse stato diviso in nove lotti funzionali. Una pratica che viene permessa dalla legge, ma solo in certi casi. E il dubbio, in questo caso, è che i lavori siano stati affidati a imprese “amiche” del primo cittadino.

    E a questo si aggiunge il fatto che nessuna delle aziende aggiudicatarie avrebbe potuto operare senza questa condizione di spacchettare l’appalto. Tuttavia, non si parla di motivi economici alla base di questa scelta, ma di consenso. Gli altri due amministratori indagati hanno confermato, l’uno, di firmare ciò che gli veniva posto dal primo cittadino e l’altra di voler scegliere imprese vicine che conoscano la zona. In paese, intanto, dopo la notizia dell’arresto e degli indagati, i cittadini difendono il loro sindaco. Molti definiscono De Pedro una persona onesta e del fatto che potrebbe aver agito in quel modo per buona fede. Tuttavia, in questo panorama c’è da considerare che il primo cittadino era stato eletto solo nel 2017 ed era l’unico candidato. In più, ultimamente si era dimesso da alcuni incarichi comunitari della Valcamonica, come sa sapesse di essere finito nel mirino della magistratura. E a questo punto aumentano gli enti locali comuni colpiti e in tutti i casi per vicende che riguardano appalti.

    Si va da Ceto nel 2017 fino a Malonno dell’ex Stefano Gelmi arrestato e poi dimesso. Nel mirino anche Edolo, poi Cimbergo e ora Paspardo. La procura sta lavorando all’ipotesi che ci fosse un sistema in grado di assegnare gli appalti a un “cartello” di imprese.

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