Lettere al direttore

Brescia 1911: Stato di polizia e una società che non può esser la mia

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    Quando questa estate abbiamo deciso di osteggiare il codice etico sapevamo che la strada sarebbe stata lunga e tutta in salita; sapevamo anche che non avremmo potuto “disertare” il Rigamonti per l’intero campionato.
    Quello che non si aspettava nessuno di noi, in ogni caso, era di trovarci a un certo punto della storia in una posizione talmente sgradita alla società e alla Questura da vederci chiudere le porte di quasi tutti i settori dello stadio (prima la gradinata bassa, e addirittura la tribuna laterale!) che avremmo voluto occupare in maniera legittima e responsabile durante alcune partite prescelte a inizio stagione; fra queste naturalmente c’era anche “Brescia1911 vs Verona” di domenica.

    Andiamo per ordine, però: dopo che la società ha chiuso senza alcun preavviso e ragione pratica il nostro settore di riferimento (che sarebbe tuttora agibile, sia chiaro), per la partita con il Padova abbiamo deciso di occupare il settore della tribuna laterale, precisamente quello verso lo spicchio del settore ospiti.
    Questo per alcune ragioni pratiche:
    1) non volevamo creare problemi agli abbonati di tribuna centrale e nemmeno a quelli di gradinata alta, che si sarebbero visti “invadere” il proprio settore da un centinaio di Ultras chiassosi e molto vivaci;
    2) non volevamo andare a frapporci al tifo della Curva (questo sarebbe potuto accadere nel caso ci fossimo sistemati nella parte di tribuna laterale vicino proprio a quel settore), che ha una sua precisa connotazione e identità;
    3) la gradinata bassa -appunto- era chiusa.
    Di certo non l’abbiamo fatto per risparmiare denari, giacché la tribuna costa quasi il doppio della gradinata alta.

    Per meglio far capire il grande paradosso in cui nostro malgrado ci troviamo, ci teniamo a precisare che nonostante la folta presenza e la forte rivalità che divide le tifoserie di Brescia e di Padova, prima, durante e dopo quella partita è filato tutto liscio, e non ci sono stati problemi di sorta (diversamente, ci avrebbero massacrato, società e Questura in primis).
    Oltretutto, la nostra coreografia dedicata ai pompieri è stata applaudita e riconosciuta da molti, se non da tutti, e dalla tribuna centrale stessa si sono alzati commenti favorevoli alla nostra presenza.

    Per questo, forse ingenuamente, avevamo pensato che anche per la partita successiva in cui si era deciso di entrare non ci sarebbero stati problemi. Evidentemente, però, tutte le dimostrazioni di maturità e di responsabilità possibili in questo strano Paese non pagano, soprattutto quando c’è di mezzo una partita di calcio.

    Così, quando domenica ci siamo recati (cash in mano!) allo Store del Brescia Calcio per fare quasi centocinquanta biglietti dello stesso settore occupato durante “Brescia 1911 vs Padova”, abbiamo scoperto l’amara realtà dei fatti: settore chiuso (amò!) e resto dello stadio in sostanza occupato.

    E questo sembrerebbe a causa di un’ordinanza non meglio precisata che -a nostra precisa richiesta- ovviamente non era nemmeno di-mostrata (questo perché non c’era, almeno fino a ieri).

    Sorvolando sull’assenza ormai cronica di un vero e proprio responsabile capace di affrontare -e magari risolvere- proprio queste importanti questioni (ci riferiamo ad esempio alla figura dello SLO, che per quanto misero, incapace e di circostanza potesse essere, il Brescia Calcio attualmente non ha più), ci preme sottolineare la totale mancanza di comunicazione, la massima superficialità nel trattare situazioni così delicate, il totale menefreghismo della società nei nostri confronti, l’accanimento dei rappresentanti delle Istituzioni che preferiscono chiudere settori, strade, parcheggi, se non addirittura stadi, per il timore -o l’ignoranza- di fare fronte a certe dinamiche che non appartengono sicuramente a menti criminali, come ampiamente dimostrato.

    Di certo non sono novità per noi, ma sbattere il muso ogni volta contro la porta di casa propria, credeteci, fa comunque male. Fra l’altro, possiamo capire le intenzioni repressive della Questura, ma non certo quelle autolesioniste della “nostra” società.

    Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord

    P.S. Poi qualcuno non si chieda perché per certi “corpi” ci sono applausi, striscioni, cori e addirittura coreografie, mentre per altri solo insulti, disprezzo e pensieri poco… educativi. Francamente riflettete…

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