Prostituta e schiava per cugina, vicenda a processo

Nigeriana è arrivata a Brescia grazie a parente che le aveva promesso un futuro florido. Invece, colf, baby sitter e lucciola per otto anni e riti magici.

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(red.) Nella giornata di ieri, mercoledì 14 novembre, alla Corte d’Assise in tribunale a Brescia si è svolta un’udienza nell’ambito di un processo per una vicenda delicata e mette in campo prostituzione e riti magici. Vittima di tutto questo sarebbe una donna nigeriana di 35 anni che ieri ha testimoniato contro l’imputata cugina che ha mandato alla sbarra. Ha raccontato di essere arrivata in Italia da Benin grazie alla parente che le aveva offerto vitto, alloggio e pagato tutte le pratiche per la messa in regola. All’inizio le sarebbe stato detto che avrebbe potuto sdebitarsi facendo dei lavori in casa, ma poi la situazione è cambiata.

Tanto che la nigeriana sarebbe stata costretta per otto anni a fare da colf e baby sitter in una casa dell’Oltremella, ma di notte la prostituta alla Mandolossa. Tutto questo ogni giorno fino a quando la cugina 46enne era tornata in Africa raccogliendo peli e capelli della congiunta per effettuare dei riti voodoo, noti per queste zone. Il meccanismo sarebbe stato quello di portare uno stregone a imporre una magia per rendere incapace la vittima di denunciare tutto alla Polizia. Peccato che la 35enne, con l’aiuto di un cliente che l’aveva fatta salire in auto, sia riuscita a scappare e a denunciare la situazione, muovendo gli agenti della Guardia di Finanza.

La vicenda è così approdata in tribunale e contro la 46enne che attualmente si trova in carcere, oltre che per riduzione in schiavitù, anche per sfruttamento della prostituzione ma nell’ambito di un altro caso. Durante l’udienza sono anche state diffuse delle intercettazioni telefoniche che sembrano confermare la versione dell’accusa. Il processo è stato aggiornato al 12 dicembre per le posizioni dell’accusa e della difesa, poi la camera di consiglio e la sentenza.

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