Referendum acqua, vince il sì. Forte astensionismo

Solo un quinto dei bresciani (22%) è andato ai seggi. Plebiscito (oltre 96%) per chi chiede che la gestione del servizio idrico resti interamente pubblica.

(red.) Ha dominato l’astensionismo nel referendum di ieri, domenica 18 novembre, in cui i bresciani erano stati chiamati a votare per la gestione pubblica o consentire il sistema misto per la gestione e distribuzione dell’acqua. In ogni caso, del 22,31% di votanti sui 970 mila aventi diritto, il 96,64%, pari a oltre 208 mila, si è espresso per il “sì”. Si trattava di una consultazione popolare senza quorum e solo un quinto dei bresciani si è recato ai seggi, un numero comunque previsto dal Comitato Acqua Pubblica e considerando che era stato appoggiato da 55 Consigli comunali in rappresentanza di tutti gli altri. La percentuale dei votanti è stata disomogenea, tra chi si è distinto per il massimo astensionismo (solo l’8% a Villachiara) e altri che invece hanno anche superato il 40%, facendo dell’acqua una vera battaglia. Bene a Cigole, ma anche in alta Valcamonica e a Limone.

Ora, a referendum concluso, ci sarà l’analisi e il dibattito per capire come la Provincia si muoverà. “L’acqua deve essere gestita totalmente dal pubblico – ha detto Mariano Mazzacani del Comitato Acqua Pubblica – e la percentuale di votanti poteva essere più alta se molti amministratori non avessero boicottato il referendum”. I sostenitori del “sì”, quindi, si dicono comunque soddisfatti nonostante l’astensionismo e “ora i sindaci dovranno tenerne conto”. Tra quelli che si sono recati ai seggi c’è anche il presidente della Provincia Samuele Alghisi che dice di aver votato “sì” e parlato di una buona partecipazione, anche se adesso il Broletto dovrà affrontare la questione.

Tuttavia, il suo vice Andrea Ratti sottolinea come la scarsa partecipazione voglia anche dire che per la maggior parte dei bresciani la scelta della Provincia di puntare su un sistema misto è stata letta in modo positivo. Sulla stessa onda anche i sostenitori del “no”, che hanno sottolineato come il 78%, quindi chi non è andato a votare, si è detto favorevole a una componente privata nella gestione dell’acqua. Ma per la stessa opinione sono anche i poco meno di 7 mila che hanno votato per questa opzione. Ora in Provincia si analizzerà il risultato per capire se sarà annullata la gara europea per trovare un privato nella cogestione, oppure se continuare sulla strada del sistema misto.

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