Caccia illegale, a Vobarno fermato valgobbino recidivo

Il 68enne lumezzanese con un amico di Polaveno stavano usando richiami acustici e varie reti sul monte Forametto per catturare uccelli di specie protette.

(red.) Un cacciatore capannista di 68 anni di Lumezzane è finito di nuovo nei guai a distanza di soli quindici giorni dall’ultimo controllo in cui era incappato. In quell’occasione, il 28 novembre con altri due sul monte Forametto sopra Collio di Vobarno, nel bresciano, era stato sanzionato per possesso e abbattimento di specie protette e particolarmente protette e utilizzo di mezzi non consentiti. A bloccarlo erano stati gli agenti del Nucleo ittico venatorio della Polizia provinciale di Brescia. Gli stessi del distaccamento di Vestone che nelle ore precedenti a giovedì 13 dicembre lo hanno beccato con un cacciatore di Polaveno.

A piedi e poi in fuoristrada, gli operatori hanno raggiunto il rifugio notando che i due stavano usando 26 uccelli tra frosoni, fringuelli, peppole e lucherini come richiami vivi, oltre ad altri dieci della stessa specie che avevano abbattuto usando i richiami acustici vietati. Presenti anche due reti da uccellagione. A distanza di 200 metri da questo appostamento c’era un altro capanno chiuso e intestato sempre al valgobbino. All’interno c’erano altri 16 uccelli vivi che sono stati liberati. Le specie abbattute, le reti, il richiamo acustico e tre fucili sono stati sequestrati.

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