Aria, Brescia peggiore. Loggia contesta Ispra

86 giornate di supero per le pm 10 nel 2017 secondo l'istituto. Ma il sindaco Del Bono attacca citando i dati in miglioramento che arrivano dall'Arpa.

(red.) Brescia è o non è la città più inquinata d’Italia per quanto riguarda la qualità dell’aria? Dal punto di vista del rapporto dell’Ispra “Qualità dell’ambiente urbano” presentato ieri, mercoledì 19 dicembre a Roma, sembra di sì, tanto che la nostra città viene qualificata come “maglia nera”. Non è così, invece, per Palazzo Loggia che ha estratto l’ultimo rapporto dell’Arpa in cui si parla di miglioramenti rispetto al passato. Su oltre 120 città e 14 aree metropolitane analizzate dall’Ispra, sono 19 gli enti italiani che hanno superato il limite giornaliero di pm 10, con Brescia che domina la classifica in senso negativo per le sue 87 giornate nel corso del 2017 con i valori fuori norma. Al secondo posto c’è Torino e Lodi al terzo, mentre la migliore di tutti è Viterbo. Ma questo ha fatto andare su tutte le furie il Comune bresciano perché ritiene che l’Ispra si sia basato su una sola centralina, quella del Villaggio Sereno, dove le giornate di supero delle polveri sottili erano state 86, ma su un valore medio annuale di 39, meno dei 40 che in quel periodo erano consentiti.

In più, secondo l’Ispra dall’1 gennaio al 30 settembre di quest’anno sono stati 60 i giorni di concentrazione media giornaliera. “Il dato diffuso da Ispra non corrisponda alla realtà – ha tuonato il sindaco Emilio Del Bono.- Analizzando il rapporto si legge infatti che la città, nel 2017, non è stata la peggiore in Italia per quanto riguarda la concentrazione di Pm10, mentre il dato del 2018, aggiornato al 10 dicembre, si riferisce alla sola centralina di Rezzato e non prende in considerazione le altre poste sul territorio del Comune. Dai dati diffusi dall’Arpa, risulta infatti che gli effettivi giorni di superamento della soglia di 50 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria dal primo gennaio 2018 a oggi sono stati 36 per la centralina del Broletto e 41 per quella del Villaggio Sereno. Nel Piano regionale Inquinamento Atmosferico della Regione Lombardia i dati del primo semestre 2018 confermano un andamento di progressivo miglioramento delle concentrazioni di Pm10 e, soprattutto, indicano molto chiaramente come Brescia non sia, e non sia mai stata dal 2002 al 2017, la città maglia nera in Lombardia, e quindi anche in Italia, per la qualità dell’aria”.

E per questo motivo il primo cittadino ha chiesto all’istituto di rettificare la notizia “al fine di non fornire un quadro inesatto della situazione e lesivo dell’immagine della città”. In ogni caso il rapporto parla non solo di polveri sottili, ma anche di biossido di azoto e ozono. Su questo fronte nel 2017 su un valore limite annuale di 40 è stato superato in almeno una delle stazioni di 25 aree urbane. Brescia per il biossido di azoto ha raggiunto le 62 giornate e 69 giorni nella stazione di monitoraggio del Villaggio Sereno. In estate 2018 si era arrivati anche a 103 giorni di supero. In ogni caso, le pm10 da riscaldamento domestico e trasporti, da industrie e fenomeni naturali stanno calando. E sul fronte dell’inquinamento il Consiglio regionale lombardo ha previsto uno stanziamento di 15 milioni di euro sul 2019 e il 2020 per sostituire i veicoli tra auto e mezzi commerciali.

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