Condanna Franzoni, “ha mirato al bersaglio“

(red.) Mirko Franzoni, contando sulla compiacenza di altri testimoni i cui racconti sarebbero ritenuti falsi, avrebbe ucciso il 24enne albanese Eduard Ndoj nel 2013 mirando al bersaglio. E tanto da ritenere la condanna inferta a 9 anni e quattro mesi di reclusione troppo mite. E’ quanto si legge nelle motivazioni della Corte d’Appello di Brescia pubblicate ieri, giovedì 20 dicembre, a quasi tre mesi dalla sentenza di condanna. Secondo i giudici, subito dopo il furto commesso dallo straniero in casa di un parente di Franzoni a Serle, nel bresciano, in paese sarebbe partita una vera e propria caccia all’uomo. Subito dopo Franzoni avrebbe individuato il malvivente e gli avrebbe sparato mirando al bersaglio.

Nessun colpo accidentale durante una colluttazione, quindi, secondo i giudici. E anzi l’autore insieme ad altri testimoni avrebbe atteso almeno mezzora prima di disfarsi del fucile, concordare una posizione difensiva e poi chiamare i soccorsi mentre il ferito sarebbe rimasto agonizzante per tutto quel tempo prima di morire. E a questo punto anche altri quattro rischiano il processo, ma per falsa testimonianza e favoreggiamento in quanto i loro racconti in tribunale sarebbero risultati falsi. A proposito del giovane omicida, secondo i giudici avrebbe accettato il rischio che colpendo Ndoj lo avrebbe ucciso. Ora le motivazioni sono al vaglio della difesa di Franzoni in vista di un ricorso in Cassazione.