Polmonite nella Bassa, Chiese torna nel mirino

La procura che ha aperto inchiesta ha mandato carabinieri del Nas a sentire guariti per capire se abbiano frequentato la zona del fiume prima del contagio.

(red.) Si torna a parlare della polmonite batterica che tra settembre e ottobre ha fatto ammalare un migliaio di persone e provocando undici vittime, di cui anche per sospetta legionella, nella bassa bresciana. Come dà notizia Bresciaoggi, prima di Natale la procura di Brescia che ha aperto un’inchiesta per epidemia colposa, ha chiesto ai carabinieri del Nas di sentire le testimonianze di quelli che sono stati colpiti dal virus, ma sono guariti. E in particolare quanti erano finiti in terapia intensiva. La sensazione è che tutto sia partito dal fiume Chiese, corso d’acqua comune ai diversi paesi interessati dal contagio, tra Montichiari, Remedello e Carpenedolo.

Nella maggior parte dei casi ai testimoni è stato chiesto se poco prima di settembre si fossero trovati nei pressi del fiume, magari per praticare jogging o passeggiate. Il corso torna così nel mirino dopo che si era parlato delle torri di raffreddamento, ma senza mai trovare la fonte. Tanto che anche il Consorzio del Chiese aveva parlato della siccità dell’estate come ambiente ideale dove il batterio sarebbe maturato, poi diffuso attraverso i temporali e proprio le torri. Senza dimenticare che nel mirino erano finiti anche i fanghi di depurazione. Infatti, i Nas hanno svolto altri controlli a Lonato, Calvisano e Calcinato dove si concentra la maggior parte di queste attività.

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