Animali al freddo e addetti in nero, circo Orfei nei guai

Una giraffa tra le foglie secche a soli 0 gradi era diventata un simbolo. Sabato il blitz dei forestali per il sequestro. Tre lavoratori in schiavitù.

(red.) E’ arrivata una pesante grana per lo storico circo di David Orfei in corso a San Polo, a Brescia, dallo scorso 22 dicembre e fino al prossimo 13 gennaio. E alcuni cittadini e testimoni hanno compreso subito il motivo, visto che nei giorni precedenti avevano notato una giraffa mentre si cibava di foglie secche all’aperto e con la temperatura intorno agli 0 gradi. Una vera e propria riduzione in schiavitù che coinvolgeva anche due zebre e alcuni cammelli. Di fronte alla richiesta d’intervento delle forze dell’ordine, si sono mossi i carabinieri forestali che sabato 5 gennaio sono entrati in azione. Gli animali in oggetto, infatti, dimoravano in condizioni non rispettose delle linee guida imposte dalla Commissione scientifica cites del ministero dell’Ambiente in corso dal 2010.

La temperatura prevista per queste specie non può scendere sotto i 12°-15°, mentre sabato era ferma allo 0. Eppure gli animali sostavano all’esterno direttamente sull’asfalto, ghiacciato al momento del controllo, senza che fossero stati predisposti spazi con terreno naturale o sabbia e rami per stimolare il loro interesse. Tutti gli animali sono stati messi sotto sequestro e la proprietaria artista circense è stata denunciata all’autorità giudiziaria per aver detenuto animali in condizioni incompatibili con la loro natura e in grado di causare gravi sofferenze, comportamento punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10 mila euro.

I responsabili della struttura sono stati denunciati anche dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Brescia per aver reclutato e sottoposto a sfruttamento lavorativo, approfittando del loro stato di bisogno, tre lavoratori in “nero”, di cui due del Gambia e uno del Pakistan, tutti regolari in Italia. Veniva loro data una retribuzione difforme dai contratti collettivi nazionali e non solo. I loro alloggi, controllati, sono risultati essere in condizioni precarie, in un camion adibito a giaciglio di fortuna. I denunciati rischiano la reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ogni lavoratore reclutato. Il personale dell’Ats di Brescia intervenuto sul posto con i militari dipendenti dal Nucleo Investigativo e dalla stazione dei Carabinieri Forestale di Brescia procederà alla contestazione delle violazioni delle norme del Testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro e igienico sanitario.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.