Lago Iseo, quintali di pesce in chilometro di rete

Ieri recupero da parte delle guardie ecologiche volontarie e di Arci Caccia. Forse piazzata da professionisti, c'erano centinaia di specie morte da giorni.

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(red.) Nel pomeriggio di ieri, domenica 13 gennaio, guardie ecologiche volontarie della Provincia di Brescia e alcuni membri dell’Arci Caccia sono entrati in azione sul lago d’Iseo per recuperare un’estesa rete piazzata da qualche giorno da alcuni pescatori di frodo. Si trattava di un tramaglio di circa 700 metri piazzato in profondità tra Marone e l’isola di San Pietro. La rete, come invece prevede la legge, non aveva alcun numero di identificazione e quindi sarà complicato risalire agli autori. Ma di certo si tratterebbe di professionisti della pesca.

All’interno del tramaglio erano già rimasti incastrati circa tre quintali di pesci tra bottatrici, trote, agoni e coregoni e la maggior parte in avanzato stato di decomposizione. E’ probabile che gli autori di quella rete, con il timore di essere beccati visto il periodo di incubazione dei coregoni, abbiano abbandonato tutto e non siano tornati a recuperare i risultati della loro attività. Nel corso di ieri pomeriggio e per diverse ore si è stati impegnati a pulire la rete, riportarla in superficie e raccogliere le specie acquatiche destinate allo smaltimento.

E seppur si tratti di una delle azioni più clamorose registrate, anche nei giorni precedenti le autorità sono state chiamate ad altri interventi, tra il lago d’Iseo e quello di Garda. Sul Benaco era stata trovata una rete di cento metri a Pisenze di Manerba. Sul Sebino, invece, a Marone è stato recuperato un altro tramaglio da 300 metri e in cui non erano rimasti incastrati i pesci, forse perché appena piazzato dai pescatori prima che arrivassero le forze dell’ordine.

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