Strage Duisburg, processo finirà senza sentenze

Nella calca nel 2010 in Germania perse la vita anche la bresciana Giulia Minola. Ma nel luglio 2020 incombe la prescrizione. Quindi non ci saranno condanne.

(red.) Archiviazione o prescrizione, ma comunque senza arrivare ad alcuna condanna. Si muoverà tra questi due binari il finale del processo in corso in Germania per la strage di Duisburg del 2010, in cui persero la vita ventuno persone, anche la bresciana 21enne Giulia Minola. Con le migliaia di altri giovani provenienti da tutta Europa avrebbe dovuto partecipare al festival musicale Loveparade, invece, si registrò la tragedia per la calca nel tunnel. Nella giornata di ieri, mercoledì 16 gennaio, si è svolto un incontro a porte chiuse per capire come potrà andare avanti il procedimento.

E’ in corso da un anno e sono già state svolte 96 udienze e sentiti 58 testimoni, ma molti altri da sentire. Perché, allora, si andrà verso la chiusura del processo? Il motivo è legato al sistema tedesco che prevede di accertare le responsabilità di ogni singolo soggetto e non di un gruppo. In pratica, la causa di quella tragedia è stata accertata nel fatto che l’organizzazione non aveva previsto quei numeri di presenze, ma non si potranno valutare le condanne, anche perché la prescrizione incombe il 27 luglio 2020. La prossima data decisiva sarà quella del 5 febbraio quando procura e imputati dovranno decidere sull’archiviazione.

E anche nel caso in cui il processo dovesse continuare, finirà con la prescrizione. E l’obiettivo, sapendo che non si sarebbe concluso con le sentenze, era quello di capire le responsabilità nelle ventuno morti. Ma di certo se il processo fosse iniziato prima, come da tempo chiedeva la madre di Giulia Minola, il destino poteva essere diverso. Nella giornata odierna, giovedì 17, i familiari delle vittime si ritroveranno per definire l’accordo intorno al processo.

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