Minacce ai debitori, i Bozzoli possono saldare il conto

Sei anni fa Giacomo e il padre avrebbero lanciato intimidazioni per farsi dare un credito da 300 mila euro. Ne bastano 15 mila per evitare la reclusione.

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(red.) Nella giornata di ieri, giovedì 7 febbraio, al tribunale di Brescia è ripreso il processo nei confronti di Giacomo Bozzoli e del padre Adelio per una vicenda di sei anni fa. Si tratta di minacce e presunte intimidazioni che i due avrebbero portato avanti nei confronti di altre tre persone per farsi saldare un credito di circa 300 mila euro. Secondo quanto emerso dalle indagini e dalle testimonianze, Giacomo Bozzoli avrebbe detto ai loro debitori che avrebbe sparato o sarebbe tornato con qualcuno, anche con il fratello Alex, per recuperare il denaro che gli spettava. Ma questi episodi erano finiti sul banco degli imputati in primo grado portandolo Bozzoli a incassare una condanna a 5 mesi di reclusione e una provvisionale di 9 mila euro.

Il padre Adelio, invece, venne prosciolto, ma ora riabilitato a processo in appello con il figlio dopo che la procura generale aveva fatto e vinto il ricorso contro la libertà di Bozzoli senior. Durante l’udienza di ieri è però emerso che una nuova legge consentirebbe a Giacomo di non scontare alcun giorno di reclusione versando 15 mila euro alle vittime dei suoi comportamenti. Il processo è stato quindi aggiornato al 26 marzo quando si potrebbe arrivare a un accordo tra le parti. Giacomo, con il fratello Alex e due operai della fonderia, è anche accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere nella vicenda della misteriosa scomparsa di Mario Bozzoli nella fabbrica di Marcheno.

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