Biometano e rifiuti: ambientalisti contro A2A

Comitati lombardi hanno depositato un esposto contro la posizione dominante dell'utility, accusata di avere il monopolio della filiera.

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    (red.) Le politiche espansioniste di A2A nella realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti, di ampliamento di quelli esistenti e di produzione di biometano con la FORSU, allarmano i Comitati ambientalisti lombardi che decidono di rivolgersi all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercatoall’Autorità Nazionale Anticorruzione e alla Procura della Corte dei Conti della Lombardia.
    Il titolo dell’Esposto denuncia è molto chiaro rispetto al contenuto della stessa: “Segnalazione ed Esposto denuncia. Posizione dominante sul mercato e chiusura del ciclo dei rifiuti in monopolio. AMSA e A2A conferiscono ai propri impianti di trattamento la frazione umida di rifiuti raccolta in maniera differenziata (FORSU). Impianto A2A di Giussago (Pv) – Lacchiarella (Mi) tratterà 110 mila tonnellate anno, oltre  al progetto SILLA per ulteriori 100 mila tonnellate di rifiuto umido organico (da essiccare e incenerire). Impianto A2A di Bedizzole (BS) per tutta la FORSU della provincia di Brescia, 75 mila tonnellate anno”.
    La Società A2A SpA, controllata dal Comune di Milano e dal Comune di Brescia, si legge nella nota dei comitati, sta realizzando in tutta la Lombardia impianti, ampliando quelli già esistenti, con lo scopo di gestire in house la FORSU proveniente dalla raccolta differenziata e producendo biometano, incentivato dallo Stato. I problemi segnalati e denunciati dagli ambientalisti sono sostanzialmente cinque: 


    La Lombardia è già satura
     di impianti per il trattamento di rifiuti e accoglie rifiuti da mezza Italia. I nuovi impianti (come quello di Bedizzole, Brescia) e gli ampliamenti (come quello di Giussago-Lacchiarella) impattano negativamente sul territorio, senza tenere in alcuna considerazione (come nel caso del pavese e del bresciano) dell’”Indice di pressione”, ovvero del cumulo delle presenze e attività inquinanti e impattanti sul territorio.

    La FORSU, frazione umida dei rifiuti urbani, come tutti i rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, non sono di proprietà di chi li raccoglie (AMSA e Aprica) ma devono (secondo tutti i pronunciamenti dell’AGCOM e per Legge), essere assegnati con gara di evidenza pubblica. Le pratiche messe in atto da A2A e da altre multiutilyes pubbliche, si chiamanomonopolio e abuso di posizione dominante sul mercato.

    Gli impianti per la produzione di Biogas e di Biometano sono impianti insalubri e rischiano di esplodere, hanno un fortissimo impatto odorigeno, producono micropolveri in un territorio tra i più inquinati d’Europa e causano un aumento vertiginoso del traffico veicolare.

    Gli incentivi alla produzione di biometano saranno drasticamente ridotti o eliminati, come già annunciato dal Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Quando non ci saranno più i generosi incentivi statali che fine faranno gli eco mostri realizzati a puro scopo speculativo per incassare gli incentivi stessi e i cui piani finanziari si basano e stanno in piedi solo grazie ai contributi pubblici?

    A breve la FORSU avrà dei costi di smaltimento bassissimi, perché molto richiesta dagli impianti di biogas – biometano. Ma gli impianti che si intendono costruire, contano su una sorta di privativa illegittima per avere la FORSU da Comuni e Consorzi o aziende pubbliche (Multiutilityes) per 20 anni allo stesso prezzo. Un danno alle tasche dei cittadini che si troveranno a pagare per lo smaltimento della FORSU sempre lo stesso prezzo, elevato, per 20 anni.

    Tra le casistiche e gli impianti segnalati alle Autorità da sottoporre alla loro lente di ingrandimento vi sono nei Comuni di Lacchiarella (Mi) e di Giussago (Mi) l’impianto “Fertilvita” da 38 mila tonnellate anno di umido trattato che A2A intende portare a 110 mila tonnellate anno, il progetto SILLA, Milano, sempre di A2A per ulteriori 100 mila tonnellate/anno e l’impianto che A2A intende costruire a Bedizzole/Calcinato (Bs) per trattare tutto l’umido della provincia di Brescia, producendo l’incentivato Biometano (75 mila, 843 tonnellate anno).

    La multiutility emiliano romagnola Hera e la sua controllata Herambiente sono stati condannati dall’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato, al pagamento di una sanzione di 1 milione 900 mila euro per abuso di posizione dominante nei mercati del riciclo della carta in Emilia Romagna (Delibera del 27 febbraio 2014). Hera, in sostanza, aveva “chiuso il cerchio”, trattenendo per i propri impianti la carta e il cartone raccolto da una propria controllata. La stessa identica procedura che A2A intende adottare e sta adottando in tutta la Lombardia, senza mettere a gara pubblica la FORSU raccolta.

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