“Cresta“ su somme in mensa questura, condannata

L'ex responsabile del servizio e sospesa dall'incarico avrebbe intascato fino a 120 mila euro dal 2008 sui contributi pagati dai poliziotti per i pasti.

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(red.) Nella giornata di ieri, giovedì 21 febbraio, dal tribunale di Brescia è arrivata la sentenza nei confronti dell’ex responsabile del servizio mensa della questura cittadina. Quindi, assoluzione per peculato, ma condanna a 1 anno e quattro mesi di reclusione per falso ideologico. L’accusa nei confronti della donna, poi finita a processo con rito abbreviato e nel quale il pubblico ministero aveva chiesto cinque anni, era quella di aver intascato 120 mila euro dal 2008 sulle quote dovute dai poliziotti in mensa.

Tutto era partito da un esposto della prefettura e di un dirigente dopo aver controllato i registri e verificando notevole discrepanza nelle somme. In particolare, tra quelle sostenute dagli agenti e quelle in effetti versate al Ministero dell’Interno. La responsabile del servizio era stata sospesa dall’incarico e ieri ha ricevuto la condanna per falso ideologico pronunciata dal giudice Alessandra Di Fazio. La somma non è mai stata recuperata nel corso degli anni.

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