Truffa diamanti, anche bresciani tra le vittime

Pietre preziose vendute dalle banche a prezzi superiori al valore reale. Sono incappati diversi risparmiatori, ma c'è anche un autore tra gli indagati.

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(red.) Ci sono anche personaggi bresciani, tra le vittime e tra i presunti autori, della truffa connessa ai diamanti a livello nazionale e in cui sono incappati anche numerosi vip. La procura di Milano che indaga ha infatti scoperto il commercio di pietre preziose vendute dalle banche come bene di rifugio, ma a prezzi ben al di sopra del loro valore reale. E tra le vittime, come riporta il Giornale di Brescia, ci sono anche bresciani che avrebbero accettato offerte di Unicredit, Banco Bpm, Banca Intesa e Banca Aletti, tutti indagati con altre realtà in questa inchiesta. Ma non si parla, come detto, solo di vittime.

Tra le carte si legge anche del manager bresciano Maurizio Faroni di 61 anni e amministratore delegato di Banca Aletti, ora direttore generale in Banco BPM. L’accusa nei suoi confronti è quella di autoriciclaggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. In più, secondo la Guardia di Finanza, avrebbe ricevuto illecitamente dei regali da IDB, proprio la società che vendeva i diamanti tramite la banca. In particolare, è stata scoperta una ricevuta dello scorso gennaio 2008 e firmata da Maurizio Faroni per 50 mila euro dati agli Amici di Francesco onlus, un’associazione di beneficenza intitolata al figlio del bresciano. E anche IDB aveva donato 100 mila euro allo stesso gruppo.

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