Avicoltura, un anno dopo l’emergenza aviaria

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    (red.) L’Ufficio Zona di Leno di Confagricoltura Brescia ha ospitato un convegno – organizzato in collaborazione con la Federazione regionale, con Confagricoltura Mantova e con la Libera Associazione Agricoltori Cremonesi – dedicato al settore dell’avicoltura. L’appuntamento, un anno dopo l’emergenza aviaria, è stato fondamentale per fare il punto sui temi del benessere animale e del rinnovamento delle strutture. Il convegno è stato introdotto dal presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli, e dal presidente della Federazione regionale Avicoltura di Confagricoltura Lombardia, Mauro Zanotti.

    Il presidente Garbelli ha sottolineato come le norme sul benessere debbano trasformarsi in opportunità di sviluppo per le aziende. “È assolutamente necessario – ha evidenziato inoltre Garbelli – sostenere le imprese nelle misure di prevenzione, evitando i danni ed i costi di altre epidemie come quella scorso inverno. Ringrazio quindi l’assessore Rolfi per avere messo a disposizione 2 milioni di euro per gli interventi più urgenti che consentiranno di mettere in piena sicurezza i nostri allevamenti nei confronti delle patologie infettive come l’influenza aviaria”.

    Lo scorso 14 marzo, infatti, l’assessore regionale Fabio Rolfi ha presentato al Tavolo regionale del settore avicolo lo schema di delibera inviata alla Commissione europea per un aiuto di Stato destinato al comparto, interamente finanziato dalla Regione Lombardia. I contributi regionali per la prevenzione delle epizozie negli allevamenti avicoli sono stati al centro dell’intervento di Diego Balduzzi (Confagricoltura Brescia). “I 2 milioni di euro a disposizione – ha sottolineato Balduzzi – saranno erogati per il 50% nel 2019 e per il 50% nel 2020. Ci sono inoltre risorse aggiuntive – ha aggiunto – che potrebbero arrivare dal Fondo nazionale di emergenza per il comparto avicolo”. Gli interventi finanziabili sono: realizzazione di impianti fissi automatizzati e temporizzati per la disinfezione degli automezzi, che saranno resi obbligatori dal 2020 dal decreto del 12 dicembre 2018 del ministero della Salute; impianti di ventilazione forzata; recinzioni fisse delimitanti l’area di allevamento; strutture idonee per il trasferimento di pulcini da un capannone all’altro; impianti per il caricamento di silos; impermeabilizzazione della pavimentazione esterna degli allevamenti.

    Giuseppe Uberti, della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, ha illustrato nel dettaglio tutti gli adempimenti ambientali e sanitari cui sono sottoposti gli allevamenti avicoli, soffermandosi in particolare sulle nuove BAT, ossia le “Best Available Technologies”, le nuove tecniche disponibili che vengono fissate dal legislatore per gli allevamenti avicoli intensivi. Stefania Silvestri, della Direzione regionale Agricoltura di Regione Lombardia, ha invece fatto il punto sulle misure del Psr lombardo a sostegno dell’avicoltura, in particolar mondo per quanto riguarda gli investimenti (misura 4.1.01). Il bando relativo, che non era più stato pubblicato dal 2016, chiuderà l’8 aprile ma sarà probabilmente riaperto a fine anno. Sulle nuove opportunità offerte dal Programma di sviluppo rurale è intervenuto nel dettaglio anche Gianni Azzini di Confagricoltura Mantova.

    L’analisi dello stato sanitario degli allevamenti e delle misure sanitarie in vigore è stata fatta da Marco Farioli (Uo Veterinaria di Regione Lombardia): il susseguirsi delle emergenze legate all’aviaria ha portato il legislatore ad introdurre più stringenti adempimenti, soprattutto per quanto riguarda i requisiti strutturali degli allevamenti. Farioli ha illustrato anche le novità riguardo alle norme di conduzione degli allevamenti, sempre finalizzate alla prevenzione. 
    “Ringrazio Confagricoltura per aver organizzato questo appuntamento tecnico – ha detto l’assessore regionale Fabio Rolfi –. L’avicoltura non è certo un settore secondario nel panorama zootecnico regionale: abbiamo istituito per questo un tavolo permanente per una programmazione specifica, parallela a quella offerta dal Psr. La biosicurezza rappresenta un tema centrale per questo comparto che non può essere messo in difficoltà ogni pochi anni per l’emergenza aviaria: credo che in Italia si debba cercare di prevenire i problemi più che risolverli nei momenti di crisi. Per quanto riguarda il Psr – ha continuato l’assessore – è importante che il sistema lombardo continui a spendere nel modo migliore tutte le risorse a disposizione: per questo abbiamo cercato di correre con l’apertura dei bandi. Inoltre abbiamo iniziato a ragionare sulla prossima programmazione, post 2020: alcuni settori, come l’avicoltura – ha concluso Rolfi – dovranno contare di più”.

    Il pomeriggio di approfondimento è stato chiuso da Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia. “Siamo soddisfatti per l’interlocuzione con Regione Lombardia – ha detto – ma dobbiamo fare ancora molti passi avanti per combattere la burocrazia. Ai colleghi allevatori dico che dobbiamo lavorare con decisione nell’ottica del benessere – ha concluso – per andare incontro alle nuove esigenze dei consumatori e per vendere sempre meglio i nostri prodotti”.

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