Jihad, camionista di Alfianello il siciliano arrestato

Giuseppe Frittitta "Yusuf El Saqilli" avrebbe voluto trasferirsi con l'amico in Siria. "Se mia figlia crescesse come in Italia dovrei tagliarle la testa".

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(red.) E’ una vicenda che scuote anche la provincia di Brescia quella del doppio arresto di ieri, mercoledì 17 aprile, dei due giovani soggetti aspiranti alla jihad e al trasferimento in Siria dove combattere al fianco dell’Isis. Giuseppe Frittitta, alias Yusuf El Saqilli, di 24 anni è il cittadino siciliano partito dal sud e trapiantato nel nord Italia, tra il bresciano e la Brianza, che si era convertito all’Islam tramite il conoscente marocchino di 18 anni Ossama Ghafir. Da ieri entrambi sono detenuti in carcere, su disposizione del giudice e della procura di Palermo, per apologia del terrorismo, istigazione a delinquere e addestramento con finalità terroristiche. Secondo quanto emerso agli inquirenti, i due erano intenzionati a combattere al fianco dell’Isis e ad addestrarsi per portare armi e morire da kamikaze.

Per quanto riguarda Frittitta “Yusuf”, risultava essere dipendente come autotrasportatore per un’azienda bresciana di Alfianello. E dalle indagini, riportate dal Giornale di Brescia, emerge come nel novembre del 2018, alla guida del proprio mezzo pesante, avesse inviato una foto all’amico nel momento in cui mostrava un coltello che teneva saldamente in una mano. Tra l’altro non sarebbe nuovo a questi atteggiamenti, nonostante la giovane età, visto che ha collegamenti dal 2016, come scoperto dalla Digos di Palermo, con italiani convertiti, pregiudicati e sorvegliati, così come negli Stati Uniti, in Africa e con altri che architettavano un attentato in Germania. Stando agli inquirenti, Frittitta si muoveva con abiti occidentali per non destare troppo nell’occhio e da alcune settimane, dopo essersi trasferito nel luglio del 2018 nel bresciano, si era sposato con una marocchina di 22 anni che aveva conosciuto su internet. E l’idea era quella di avere figli da educare alla religione islamica.

E ogni fine settimana l’uomo si muoveva nelle altre parti del nord Italia per raggiungere chi praticava la sua stessa religione. Di fronte a questo scenario e considerando il fatto che il mezzo pesante condotto dal 24enne rischiava di diventare un’arma, la Federazione degli autotrasportatori, interpellata dallo stesso quotidiano bresciano, fa sapere di compiere controlli per quanto riguarda la patente e altre strumentazioni, ma per gli elementi personali dei singoli conducenti si fa riferimento ai rapporti con i precedenti datori di lavoro. Nel frattempo in paese, ad Alfianello, sembra che Frittitta “Yusuf” sia in realtà sconosciuto a molti e dall’azienda tengono il massimo riserbo. E dalle intercettazioni telefoniche emergono anche dei cattivi rapporti tra il 24enne e i genitori, i quali avrebbero cercato di far desistere il figlio dal convertirsi all’Islam. E infatti gli propongono, qualora avesse un figlio, di educarlo al loro modo. “Se me la cresci tu come crescete le vostre femmine mi mandate in carcere, perché dovrei tagliarle la testa” dice alla madre.

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