Maltrattamenti in asilo nido, genitori protestano

Tensione ieri a "La spiaggia delle tartarughe" dopo gli arresti di tre maestre. E c'è già chi trasferirà i propri bambini verso altre strutture del paese.

(red.) A Rodengo Saiano, nel bresciano, l’intera comunità è rimasta sotto shock dopo l’arresto, nelle ore intorno a giovedì 13 giugno, delle tre maestre dell’asilo nido “La spiaggia delle tartarughe” per maltrattamenti sui bambini. Tutto immortalato dalle telecamere nascoste installate dalla Polizia dopo una serie di segnalazioni che erano arrivate agli inquirenti. Sotto indagine da parte della procura di Brescia ci sono quindi tre delle sette maestre che lavorano nella struttura privata e dove si trovano circa trenta bambini. Di 29 e 25 anni, le tre educatrici hanno ricevuto fuori dall’ambiente scolastico l’ordinanza di custodia cautelare del giudice Paolo Mainardi che ha disposto solo l’obbligo di firma e nessuna altra misura per le indagate che sono incensurate.

L’inchiesta era partita a dicembre 2018 dopo che un genitore aveva denunciato lo strano comportamento del figlio iscritto all’istituto. E a questo si è aggiunta anche la testimonianza di una ex dipendente che si era dimessa per i cattivi rapporti con le altre docenti e per il loro stile usato sui bambini. Di conseguenza la Squadra Mobile della questura, coordinata dalla procura, aveva fatto piazzare le telecamere che hanno ripreso una serie di scene ormai diventate di dominio pubblico a livello nazionale. E tra i maltrattamenti, si parla anche di punizioni particolari come il lasciare sporchi i bambini con i pannolini o non dare loro da mangiare. Anche le intercettazioni ambientali hanno dato un esito decisivo, scoprendo che le educatrici si rivolgevano con parolacce e insulti ai piccoli.

Nel frattempo, dopo l’arresto, inizierà la procedura per sospendere le insegnanti e che nei prossimi giorni potranno essere interrogate. E ieri, giovedì 13 giugno, al momento della diffusione della notizia, si è accesa la tensione intorno all’asilo, con un via vai di genitori. C’è chi si dice preoccupato, chi vuole capire cosa sia successo e anche chi ha già annunciato o messo in pratica di portare via il proprio figlio da quell’asilo. Altri parlano anche di vie legali. Una situazione che ha portato anche all’arrivo dei carabinieri, mentre domenica 16 le famiglie si ritroveranno con uno psicologo per affrontare il tema. E quanto accaduto a Rodengo Saiano, non il primo caso in Italia, ha scatenato nuove reazioni politiche. “Sono orgoglioso della battaglia della Lega per mettere telecamere in asili, scuole e case di riposo – dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.- Bisogna fare in fretta, chi tocca i bambini o gli anziani merita pene severe e nessuna pietà”.

“L’episodio conferma la necessità di provvedere all’installazione delle telecamere di sorveglianza in queste strutture: chi fa con dedizione il proprio lavoro, non ha nulla da temere e la priorità è tutelare la sicurezza dei più deboli” aggiunge Mariastella Gelmini. “Fare finta di niente non serve: l’episodio dovrebbe spazzare ogni dubbio sull’utilità delle telecamere per prevenire ogni abuso – commenta anche Viviana Beccalossi.- La Lombardia è stata la prima Regione a dotarsi di una legge su questo tema”. Infine, la consigliera regionale leghista Francesca Ceruti dice che “i bambini non si toccano mai. È un fatto di per sé molto sgradevole ma ancor peggio quando i maltrattamenti provengono da persone cui si sono affidati i propri figli per custodirli” e il senatore della Lega Stefano Borghesi sottolinea che “come Lega ci battiamo per rendere obbligatoria la videosorveglianza. Contiamo a breve di approvare la legge che renderà obbligatoria l’installazione”.

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