Morto in piscina via Rodi, indagati quattro bagnini

Svolta nell'inchiesta aperta dalla procura di Brescia dopo tragedia occorsa all'85enne Paolo Masserdotti. L'accusa è omicidio colposo, ma è un atto dovuto.

(red.) C’è una prima svolta per quanto riguarda l’inchiesta aperta dalla procura di Brescia dopo il decesso dell’85enne Paolo Masserdotti, morto lo scorso 31 luglio in ospedale dopo aver nuotato nella piscina Lamarmora di via Rodi a Brescia, in città. Infatti, il magistrato Federica Ceschi ha incluso nel registro degli indagati, come atto dovuto, quattro bagnini che quel giorno erano presenti all’impianto natatorio. L’accusa nei loro confronti è quella di omicidio colposo ed è una forma di garanzia per consentire ai quattro di fornire la versione dei fatti.

Al momento non si conoscono ancora i risultati dell’autopsia condotta sul corpo dell’anziano, ma la sensazione principale è che a stroncarlo sia stato un malore. L’uomo era abituato a nuotare e a frequentare le piscine, in particolare quella di viale Piave vicino alla sua casa di via Crocifissa di Rosa. E il giorno della tragedia era in acqua in un punto in cui toccava. I suoi movimenti scomposti avevano indotto i bagnini a intervenire subito con le manovre di rianimazione, ma in serata alla Poliambulanza era arrivato il decesso. In ogni caso è probabile che gli indagati vengano scagionati dall’accaduto.

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