Sorelle vessate, genitori e fratello oggi interrogati

Oggi saranno sentiti i tre indagati che avrebbero intimato a una figlia di contrarre un matrimonio combinato. "E altrimenti farai la fine di Sana Cheema".

(red.) E’ diventato un caso nazionale la vicenda che ieri, giovedì 19 settembre, a Brescia ha visto essere iscritti nel registro degli indagati due genitori pachistani di 62 e 57 anni e il loro figlio di 25 con le pesanti accuse di aver maltrattato le quattro figlie e sorelle. Dietro tutto questo, come pensano gli inquirenti che hanno mosso la Polizia di Stato, ci sarebbe un matrimonio combinato in Pakistan per una delle figlie e che questa si sarebbe rifiutata. Ma ancora più inquietante è il fatto che i genitori le abbiano detto, secondo l’accusa, che avrebbe fatto la fine di Sana Cheema, anche lui cresciuta nel bresciano e poi uccisa dalla famiglia stando alle indagini, se non avesse rispettato le loro volontà.

Attualmente le quattro sorelle, a partire dalla diretta interessata di maggiore età e insieme a quelle di 13, 14 e 19 anni, si trovano in una comunità protetta. In effetti, la loro vicenda era emersa alla fine di agosto quando alla Poliambulanza erano state tutte notate avere la preferenza nell’accesso al pronto soccorso. A distanza di settimane, i genitori e il fratello sono indagati da parte del sostituto procuratore Erica Battaglia per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e induzione al matrimonio.

Quella di oggi, venerdì 20 settembre, sarà una giornata importante perché i tre saranno interrogati, assistiti dal proprio avvocato, dal giudice delle indagini preliminari. E pare che il padre, dipendente come operaio in una fabbrica della Valtrompia, voglia raccontare la sua verità e smentendo tutte le accuse che gli vengono contestate. All’avvocato ha detto che da vent’anni non torna in Pakistan e che non ci sarebbe stato alcun matrimonio combinato.

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