Via Lombroso scossa dal delitto e tentato suicidio

Antonio Gozzini ha ucciso la moglie Cristina Maioli tra giovedì e venerdì e ieri pomeriggio ha chiesto l'intervento della Polizia. Ora è in stato di fermo.

(red.) Tra i vicini di casa si respira un’aria di incredulità in via Lombroso a Brescia, in città, da dove ieri pomeriggio, venerdì 4 ottobre, è giunta la notizia di un uomo, Antonio Gozzini di 79 anni, che ha ucciso la moglie Cristina Maioli di 63 anni nella loro abitazione. I fatti sarebbero accaduti durante la serata o nella notte tra giovedì e ieri al sesto piano di un condominio al civico 42. Ed è stata una vicina di casa a ricevere una telefonata dall’uomo chiedendo di chiamare la Polizia perché aveva ucciso la consorte. Entrambi insegnanti, l’uomo era in pensione e lei invece operava ancora all’Itis Castelli. E quando i soccorritori e le forze dell’ordine avevano raggiunto l’abitazione si era compreso che la donna fosse morta da diverse ore.

Secondo la ricostruzione dei fatti, il marito affetto da una profonda forma di depressione, durante la notte e mentre la moglie dormiva in camera da letto, le ha sferrato dei forti colpi di mattarello per poi ucciderla con un coltello da cucina colpendo più volte alla gola. E compreso quello che aveva fatto, avrebbe poi tentato il suicidio con la stessa arma e tagliandosi i polsi. Ieri pomeriggio è rimasto in casa nell’attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine prima di essere condotto in ospedale per le medicazioni ai polsi e in seguito in questura per essere interrogato. Qui è emerso anche il suo stato psicologico tormentato dalla depressione e dai ricoveri in ospedale. Ma contro la moglie non aveva mai avuto momenti di violenza.

La Squadra Mobile della questura sta indagando sull’accaduto e nel frattempo la Polizia scientifica ha raccolto vari elementi all’interno dell’ampio appartamento di 140 metri quadrati. E c’erano tracce di sangue, soprattutto in camera da letto. I vicini di casa parlano di una coppia riservata e che non aveva mai dato problemi, residenti da più di dieci anni in quel palazzo nel momento in cui la donna aveva ereditato l’appartamento dalla madre. Le poche occasioni in cui almeno Gozzini si faceva vedere, più sorridente e spigliato rispetto alla moglie riservata, erano le riunioni di condominio quando chiedeva spesso di intervenire sulla sicurezza. E aveva fatto anche intendere di voler vendere l’appartamento alla ricerca di locali più piccoli dove continuare a vivere con la moglie. E in ogni caso da ieri sera, dopo essere stato interrogato, Antonio Gozzini si trova in stato di fermo per omicidio.

A proposito sempre del vicinato e del resto del quartiere, è emerso come la coppia avesse chiesto all’agenzia immobiliare sotto casa di trovare un acquirente per il proprio appartamento, ma poi ci avevano ripensato. La coppia non aveva figli, ma custodiva un coniglio e avevano detto a qualcuno della volontà di fare una vacanza in montagna. Una situazione normale, quindi, che si è imbattuta nella tragedia di ieri. E anche dagli oggetti estratti dall’abitazione, di cui diversi farmaci usati contro la depressione, fanno intendere cosa abbia spinto Gozzini a quel gesto di uccidere la moglie. Ora si attendono anche gli accertamenti medico legali sul corpo della 63enne e disposti dal magistrato.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.