Brescia: bene il turismo, ma i commercianti temono i fenomeni criminali

E' quanto emerge dall'Indagine sull'andamento economico delle imprese bresciane del commercio, del turismo e dei servizi di Confcommercio Brescia. Un imprenditore su quattro lamenta maggiore insicurezza rispetto al 2023.

Brescia. È stata presentata giovedì mattina in conferenza-stampa l’Indagine sull’andamento economico delle imprese bresciane del commercio, del turismo e dei servizi realizzata da Confcommercio Brescia in collaborazione con l’istituto di ricerca Format Research.
Rispetto all’inizio del 2024 in cui le aziende manifestavano una visione particolarmente negativa, sono in crescita moderata tutti gli indici di fiducia degli imprenditori bresciani, che tornano così ad avvicinarsi e, in alcuni casi, anche a superare il sentiment dei loro colleghi in tutta Italia.

«Il settore che presenta i risultati migliori è quello del turismo, sia lato ristorazione sia per quanto riguarda la ricezione turistica. Purtroppo, i dati non sono ugualmente incoraggianti per il commercio e, in particolare, per il commercio non alimentare, che rappresenta anche il settore con il maggior numero di chiusure in provincia fino ad ora nel 2024» ha rilevato il presidente di
Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti.
Uno dei fattori limitanti per lo sviluppo imprenditoriale è rappresentato anche dai fenomeni criminali, con oltre un’impresa su quattro che constata un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024 rispetto al 2023, con preoccupazione legata soprattutto alla microcriminalità
(atteggiamenti molesti, taccheggio, risse e schiamazzi). «Oltre il 56% degli imprenditori bresciani – ha aggiunto il presidente Massoletti – reputa la diffusione dei fenomeni criminali un freno significativo allo sviluppo economico della propria impresa. Tanto che quasi due aziende su tre stanno investendo in misure di sicurezza come impianti di videosorveglianza, sistemi di allarme o vigilanza».

Inoltre, è stato realizzato uno specifico approfondimento sulle imprese femminili bresciane, che rappresentano oltre undicimila aziende, ossia il 19,7% del totale. «È emerso che la
difficoltà maggiore per le imprenditrici, quasi due su tre lo hanno sottolineato, è la conciliazione del proprio lavoro con la famiglia o, in ogni caso, con le proprie passioni o per sviluppare i propri progetti di vita. Inoltre, quasi il 40% ci segnala che è stata discriminata per motivi di genere. Significa che il lavoro da fare è ancora significativo e come Confcommercio Brescia continueremo a impegnarci con il nostro Gruppo Terziario Donna» ha concluso il presidente Massoletti.

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