Fatture false, da Sondrio la Guardia di Finanza arresta otto bresciani

Farebbero parte di un gruppo che ha costituito due finte società portando denaro all'estero per poi rimpatriarlo.

(red.) Un sistema di scatole “cinesi” per rendere più complicato risalire all’origine, fatture false per giustificare operazioni inesistenti e denaro trasferito all’estero su conti correnti per poi farli tornare in Italia. E’ quanto hanno scoperto gli inquirenti di Sondrio che questa mattina all’alba, venerdì 18 dicembre, hanno mosso la Guardia di Finanza del comando valtellinese per notificare otto ordinanze di custodia cautelare – 4 in carcere e 4 ai domiciliari – a carico di soggetti residenti nel bresciano.

Tutti, secondo l’accusa e come riportato in una nota delle Fiamme Gialle, ritenuti amministratori di fatto o di diritto di società nazionali ed estere. Durante l’esecuzione degli arresti sono stati trovati e sequestrati 100 mila euro in contanti e carte di credito estere. Per questo motivo nei loro confronti il pm Stefano Latorre ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari di Sondrio gli arresti. Tutto sarebbe legato a un’associazione criminale operante tra la Valtellina e il bresciano per emettere fatture su operazioni inesistenti per quasi 57 milioni di euro.

Proventi illeciti non dichiarati, riciclaggio (anche transnazionale) e ricettazione i reati contestati. Il gruppo avrebbe costituito due società con sede, solo di facciata, in Valtellina. La prima nel 2016 con sede a Teglio, ma fittizia e usata per commerciare all’ingrosso materiali di recupero e metalli ferrosi. Due anni dopo il lancio di un’altra società con sede a Chiuro e con la stessa attività. I proventi della prima società sarebbero finiti, attraverso bonifici, verso conti correnti croati, slovacchi e ungheresi intestati ad alcuni degli indagati, ma anche su quelli riconducibili a due società ungheresi inattive. Denaro che veniva poi riportato in Italia tramite numerosi viaggi in auto verso l’abitazione di quello che è ritenuto a capo del gruppo criminale. Soldi poi diretti alle società giustificando le fatture per operazioni inesistenti e per pagare la merce in “nero”.

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