Fatture false in Italia, “cartiere” a Varsavia: arrestate tre polacche

Apparterrebbero a un gruppo criminale composto da una trentina di persona, una delle quali in contatto con la 'ndrangheta calabrese, attive sulla sponda bresciana del lago di Garda.

Brescia. Vivevano in Polonia, a Varsavia, dove gestivano società specializzate nell’emissione di fatture false per operazioni inesistenti, quelle che in gergo vengono chiamate cartiere, che avevano clienti anche in provincia di Brescia. Infatti le tre donne polacche ammanettate dalla Polizia italiana grazie all’Interpol – con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio – sarebbero coinvolte in un’inchiesta della Procura di Brescia che aveva arrestato 14 persone.
Secondo la Procura le donne appartenevano a «un sodalizio criminale, composto da una trentina di persone, una delle quali in diretto contatto con soggetti di spicco della ‘ndrangheta calabrese, dimorante sulla sponda bresciana del lago di Garda, ideatori di un complesso sistema fraudolento di natura tributaria fondato sull’emissione e la conseguente utilizzazione di un elevato numero di fatture per operazioni economiche inesistenti in danno delle casse nonché di riciclaggio dei relativi proventi».
Il meccanismo è semplice e conosciuto: Le società estere fasulle emettono fatture per operazioni mai effettuate, incassano soldi dalle aziende tramite bonifici, che – dopo aver trattenuto una percentuale – vengono trasferiti in contanti (e in nero) in Italia.

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