Ragazzo disabile sottratto alla mamma “iperaccudente”: interrogazione parlamentare a Nordio

La donna, imputata in un procedimento penale per "ipercura" (poi archiviato) nei confronti del figlio 20enne gravemente disabile dalla nascita, ha denunciato la regressione delle capacità del figlio, dimagrito di 18 kg e non più in grado di alimentarsi per via orale. La deputata Stefania Ascari (M5S) ha interpellato il ministero della Giustizia per chiedere provvedimenti disciplinari sulle autorità coinvolte.

Brescia. Accusata di essere una “mamma che ama troppo”, a Patrizia Tribaldo, bresciana, due anni fa , è stata sottratta la custodia del figlio Carlovittorio, 20 anni, gravemente disabile per un trauma subito alla nascita.
La donna, considerata inadeguata e sottoposta a un procedimento penale di ipercura, poi archiviato, non ha potuto ancora riavere il figlio a casa, ricoverato in un centro medico, dove, è questa l’accusa della famiglia, è regredito in tutte le sue funzioni, già molto limitate.
La situazione, come riporta Il Corriere della Sera, è stata denunciata da Tribaldo in una conferenza stampa che si è svolta giovedì a Roma indetta dalla deputata Stefania Ascari (M5S) con cui si è chiesto che il ragazzo possa ritornare in famiglia e che il ministro della Giustizia Carlo Nordio valuti azioni disciplinari sulle autorità coinvolte in questa vicenda. All’incontro erano presenti anche l’avvocato Laura Andrao ed il neuropsichiatra Maurizio Brighenti.

Il legale della famiglia ha evidenziato che, nonostante la grave disabilità, Carlovittorio, nei suoi 18 anni di vita, era riuscito a raggiungere diversi traguardi: stava seduto mantenendo il capo eretto e si alimentava per via orale, ora invece è relegato a letto, con piaghe da decubito, è alimentato con la peg e ha subito tre polmoniti in sei mesi ed è dimagrito 18 kg.
Il ragazzo è assistito da un amministratore di sostegno. Durante le visite nella struttura, una residenza per anziani, i genitori possono stare con il figlio per 20 minuti, ma solamente sotto sorveglianza.
Il Consulente tecnico d’ufficio (ctu) ha stabilito che il ragazzo possa rientrare a casa per tre giorni alla settimana «con un’ assistenza infermieristica h24, finalizzata al mero controllo della mamma, perché oggi al centro in cui si trova non ce l’ ha. Ricordiamo che la mamma che non ha alcuna condanna» ha evidenziato l’avvocato Andrao. Spese, quelle per il trasporto e la assistenza infermieristica, che dovrebbero essere sostenute dalla famiglia, per l’ammontare di 12mila euro al mese.
«L’amministrazione di sostegno è stata utilizzata per eliminare i genitori e impedire loro di sapere cosa facesse il figlio e come stesse», ha ribadito il legale della famiglia. La mamma ha sottolineato che il figlio non ha problemi cognitivi, ha frequentato il liceo e « è stato bravissimo a utilizzare le sue strategie di sopravvivenza» ha rimarcato la donna.

Il neuropsichiatra Maurizio Brighenti che ha seguito il caso ha dichiarato che  «Dai test è emersa una normale personalità della signora», accusata di fatto di non aver accettato la disabilità del figlio e di «sovrastimare le capacità del ragazzo». Dito puntato anche contro i servizi sociali cui la madre si era rivolta e che  avrebbero fatto di tutto, secondo lei, per «intralciare il percorso scolastico di Carlovittorio», che non avrebbe potuto frequentare la scuola per istruirsi, ma solo per socializzare.
«E’ stata presentata un’interrogazione parlamentare indirizzata al ministro Nordio- ha chiosato la deputata Ascari- e abbiamo chiesto quali misure intenda adottare con urgenza per verificare eventuali azioni disciplinari sulle autorità coinvolte ed evitare danni ad altri ragazzi».