Omicidio al West Garda, il Dna incastra il presunto terzo complice dopo 26 anni

Alessandro Galletta, 50enne di Messina, è accusato di concorso nell'omicidio del gioielliere Carlo Mortilli che venne freddato a Padenghe nel 1997. Un "cold case" che ora approda nelle aule del tribunale di Brescia.

Padenghe.  La riapertura del “cold case ” di Padenghe del Garda (Brescia) ha riportato in aula uno degli indagati per l’omicidio, avvenuto 26 anni fa, di Carlo Mortilli, il 30enne di origini calabresi, rappresentante di orologi e gioielli, che venne freddato nel parcheggio dell’Hotel West Garda nel 1997, probabilmente attirato con una trappola da un sedicente cliente che invece lo rapinò ed uccise in concorso con altre due persone: Marcello Fortugno (condannato a 17 anni e otto mesi) e Fabio Cosoleto (condannato a quattro anni).
All’appello mancava solo lui, secondo gli inquirenti che, grazie al Dna, sono risaliti ad Alessandro Galletta, 50enne di Messina, ora accusato di concorso nell’omicidio del gioielliere.

A Galletta, considerato il terzo complice della rapina finita nel sangue, già indagato all’epoca ma la cui posizione venne poi archiviata, gli inquirenti sono arrivati grazie alla comparazione con tracce del Dna presenti sulla scena del delitto, le quali hanno dato esito positivo.
Il 50enne siciliano alle spalle ha anche una condanna per reati fiscali. Secondo il suo legale il prelievo del profilo genetico sarebbe stato condotto senza la presenza della controparte e quindi inutilizzabile. Non così la pensa la Procura di Brescia che ha rinviato a giudizio l’uomo. La decisione del giudice è attesa per il prossimo primo dicembre.

 

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