Bozzoli da Canton Mombello a Bollate: «Ci sono detenuti di serie A, poi quelli di serie B e C»

Lamentele per il trattamento da Vip riservato al 39enne di Marcheno arrestato nella sua villa di Soiano dopo 11 giorni di latitanza. Scrive un prigioniero in semilibertà «Non è giusto che dopo sette ore sia stato trasferito nel miglior carcere d'Italia»

Brescia. Il trasferimento lampo di Giacomo Bozzoli dalla scomoda, sovraffollata e tristemente nota prigione cittadina di Canton Mombello al carcere modello di Bollate, in provincia di Milano, sta sollevando un caso mediatico e arrivano le proteste da parte di altri detenuti con tanto di mugugni degli avvocati che, spesso senza riuscirci, cercano di far trasferire in una galera più umana i loro assistiti.
La prigione di Bollate concede la possibilità di studiare, di fare sport e di approfondire i propri interessi culturali, inoltre i carcerati hanno condizioni di vita più agevoli in un contesto bene attrezzato e sono seguiti da una équipe di tutto rispetto.
Il 39enne di Marcheno condannato all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio dello zio Mario, è stato arrestato nella sua villa di Soiano dopo 11 giorni di latitanza. E ha trascorso solo qualche ora nel carcere più sovraffollato d’Italia, quello bresciano, che ha un tasso di riempimento tra il 211% e il 218%.

Carcere di Bollate

«Sono un detenuto e conosco le dinamiche del carcere», si legge nella lettera inviata ai giornali da un prigioniero in semilibertà: «Quando viene emessa una sentenza definitiva come l’ergastolo, la prassi vuole che il detenuto venga trasferito da una Casa Circondariale a una casa di Reclusione. Per questo il signor Bozzoli è stato trasferito. Ed è andato nel carcere modello di Bollate».
«Per poter arrivare a Bollate i detenuti condannati devono seguire uno specifico programma trattamentale», prosegue lo sfogo «Noi detenuti lo consideriamo un hotel. Celle singole, con cani e cavalli (pet terapy), colloqui all’aria aperta. Insomma: nulla a che vedere con Canton Mombello dove sono stato due anni, Opera dove sono stato altri 2 anni o il Verziano dove mi trovo attualmente in semilibertà».

Carcere di Bollate

«Ora è il momento di dire basta: esistono detenuti di serie A, B ed anche di serie C», si legge ancora: «56 suicidi da inizio anno e nessuno si preoccupava di possibili gesti autolesionistici di queste persone che a differenza del signor Bozzoli non son state altrettanto avvantaggiate venendo trasferite a Bollate. Non credo sia corretto che il signor Bozzoli dopo sette ore di Canton Mombello sia stato trasferito nel miglior carcere d’Italia a fronte di gente che è dovuta transitare per anni in altre celle meno modello. Ora basta. Ogni volta che succede un caso mediatico, vengono concessi trattamenti di favore».
«Vedi anche il caso di Chico Forti che in tempo zero è riuscito ad andare a trovare la madre», continua la lettera. «Io mia madre l’ho vista chiusa in una bara perché dovevo scegliere se recarmi alla veglia o se recarmi al funerale. Ora basta. C’è una rabbia generale tra i detenuti. Forti arriva e fa il giro del carcere accolto come un martire e poco dopo la Procura ha aperto un’inchiesta contro di lui in merito ai presunti favori chiesti a ‘ndranghetisti per fare zittire i giornalisti che parlano male di lui».
«Bozzoli dopo aver ucciso lo zio – perché così dice la sentenza definitiva – sembra lui la vittima e per paura di un suicidio lo trasferiscono a Bollate alla faccia dei 56 detenuti morti suicidi quest’anno».

Carcere di Bollate

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