Toscolano, Mu.Re.: Paolo “Gibba” Campanardi a rischio processo

Il presidente del Museo Recuperandi è accusato di avere raccolto reperti storici in una zona vietata ed è stato iscritto nel registro degli indagati. Lanciata una raccolta fondi per sostenere le spese legali.

Toscolano Maderno. Salito recentemente alla ribalta della cronaca nazionale per avere preso parte alle indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne di Terno d’Isola, uccisa con quattro coltellate nella notte tra il 29 e il 30 luglio, consentendo il ritrovamento del coltello utilizzato dal presunto killer, il 31enne reo confesso Moussa Sangare, il coordinatore bresciano del gruppo del Mu.Re. (il Museo Recuperanti 1915-1918 di Toscolano Maderno), Paolo «Gibba» Campanardi, esperto nell’utilizzo del metal detector e del recupero di reperti bellici, e protagonista del format tv “Metal Detective” in onda su Discovery, è finito nei guai proprio in relazione alla sua attività.

Mu.Re. Museo Recuperanti Toscolano Maderno

Cosa è accaduto?  Il Gruppo del Mu.Re è accusato di avere raccolto reperti storici in una zona vietata e Campanardi è stato iscritto nel registro degli indagati per aver violato, secondo l’accusa, un’area sottoposta a vincolo archeologico e paesaggistico, nella quale è interdetta ogni attività di ricerca e di raccolta.
A denunciare il gruppo «la stessa persona – come afferma Campanardi in un video postato sui social insieme al vice presidente Danilo Bodei di Gavardo – che ci aveva chiesto di effettuare le ricerche di materiale». La vicenda risale al 2022 ed è avvenuta fuori dai confini lombardi. Quanto raccolto è già stato sottoposto a sequestro penale e martedì si è svolta l’udienza preliminare.

«Il museo si trova sotto attacco, dieci anni di duro lavoro rischiano di essere distrutti», affermano “Gibba” e Bodei che hanno anche lanciato un appello per una raccolta fondi per sostenere le spese legali (vedi a questo link). L’obbiettivo era fissato a 10mila euro, già raggiunti e superati. «Il nostro unico obbiettivo – spiega Campanardi nel suo appello – è far sì che questo patrimonio umano di incalcolabile valore, chiamato memoria storica collettiva, non venga mai dimenticata».

 

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.