Depuratore del Garda: «I “prenditori” hanno gettato la maschera»

Duro affondo del comitato di coordinamento del Presidio 9 agosto sulle dichiarazioni espresse a favore della realizzazione del nuovo collettore da parte di Ettore Prandini (Coldiretti) e Renato Mazzoncini (A2A).

Brescia. «È una soddisfazione quando i nostri “prenditori” gettano la maschera e dicono pane al pane e vino al vino, ovvero, fuor di metafora, affari agli affari».
Lo scrive, in una nota, il comitato di coordinamento del Presidio 9 agosto che da oltre due anni si batte contro la realizzazione del nuovo depuratore del Garda, i cui impianti sono previsti a Gavardo e Montichiari, scaricando le acque reflue del Benaco nel fiume Chiese.

Il riferimento è alle dichiarazioni emerse durante un convegno di Futura Expo, lo scorso 1o ottobre, in cui alcuni esponenti del mondo imprenditoriale bresciano si sono espressi non solo a favore del nuovo maxi collettore, ma hanno anche insistito sulla necessità di una sua rapida realizzazione.
«Ettore Prandini, bresciano, presidente di Coldiretti- sottolinea il Comitato del Presidio 9 agosto – rappresentante di quell’agroindustria della monocultura del mais assetata d’acqua al servizio degli allevamenti intensivi, ha detto che “ad oggi le condotte sublacuali del lago di Garda sono in buono stato di salute. Lo stesso discorso sarà valido tra 8-10 anni, tempo in cui dovrebbe essere realizzato il Depuratore del Garda? […] la mancata realizzazione dell’opera porterà sia un danno ambientale sia economico e, se non inizieremo con i lavori, non vedremo mai la fine del progetto”».

depuratore garda

«Vediamo se la logica regge – scrive il Presidio 9 agosto – ammettiamo che vi sia un problema di tempi, come sostiene il nostro; è fin troppo evidente che si fa molto prima a sostituire le condotte sublacuali e a potenziare il depuratore di Peschiera, rispetto al mega progetto costosissimo e difficilmente realizzabile dei due depuratori sul Chiese… A meno che l’obiettivo della Coldiretti, come traspare dal pathos con cui Prandini perora la causa, sia “rubare” un po’ d’acqua, pulita o sporca che sia, al bacino del Garda per irrorare il mais bresciano. La seconda ondata viene da Giuseppe Pasini, già Presidente di Confindustria Brescia, per cui i progetti, che alimentano gli affari, vanno sempre fatti, a prescindere: “Certe cose vanno fatte senza dire sempre no – ha osservato il presidente di Feralpi Group -. I primi a dover dire di sì devono però essere i cittadini perché di fronte a un loro diniego la politica non si opporrà mai”».

«Che dire? – sottolinea il Comitato –  Non se ne può più del poco di democrazia che resiste in questo Paese! Alcuni politici si permettono ancora di ascoltare i cittadini! E questo viene detto nel giorno in cui si commemora il 60° anniversario del disastro del Vajont».
«L’ultima ondata, che stavolta spazza via i presidianti del 9 agosto, arriva da Renato Mazzoncini, pure bresciano, Ceo di A2A, interessata agli affari della gestione del ciclo idrico, magari anche a compartecipare alla torta dei due contestatissimi depuratori:
“quelle tubature non potranno durare in eterno, serve quindi progettazione, servono investimenti e di certo scelte non ideologiche. Anche perché, come dimostrato dall’impianto di Verziano, le acque di depurazione sono potabili chimicamente, biologicamente da disinfettare come succede normalmente anche per altre risorse idriche”. Mazzoncini ha inoltre definito «assurda la situazione che si è venuta a creare, con la gestione idrica attuale che esce dal referendum del 2011. Da allora la gestione è in mano a società in house dei Comuni, realtà che non possono far debito a causa del Patto di Stabilità. Ma per investire nelle infrastrutture serve il debito, ecco perché siamo fermi”».

«Qui ci scappa un sorriso- continua il Presidio 9 agosto- : dai due depuratori uscirebbero “acque potabili”, dice A2A: ma allora, se proprio i bresciani volessero rinunciare al depuratore di Peschiera, perché il nuovo depuratore del Garda non lo fanno a Salò scaricando acqua pulitissima nel lago tale da ridurne addirittura i livelli di inquinamento? La logica è talmente chiara che ci viene il dubbio che Mazzoncini sia annebbiato dalla solita ideologia, per cui sono preferibili due depuratori collocati a Gavardo ed a Montichiari semplicemente perché girano più soldi e più affari (perA2A?)».
«Stendiamo infine un velo pietoso – conclude la nota del comitato di coordinamento del Presidio 9 agosto – sull’esaltazione del ruolo del privato rispetto al pubblico, davvero ultra ideologico e fuori tempo massimo, dopo decenni di disastri del neoliberismo e dei privati in questo Paese: dobbiamo ricordare a Mazzoncini l’Ilva di Taranto e Autostrade del
ponte Morandi?».

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