Gioventù Nazionale, Rifondazione Comunista: «L’inchiesta di Fanpage ha portato a galla le inossidabili radici fasciste di FdI»

Sulla vicenda dell'inchiesta giornalistica sul movimento giovanile di Fratelli d'Italia il duro intervento del Prc di Brescia. «La presunta accettazione della democrazia di Fratelli d’Italia non era altro che smercio di moneta falsa».

Brescia. Sulla proiezione, nella serata di lunedì, a Brescia, in Piazza Rovetta, del docufilm su Gioventù Nazionale, l’ala giovanile di Fratelli d’Italia, è divampata una feroce polemica politica che vede contrapposti centrodestra e centrosinistra.
Oltre agli interventi dei consiglieri comunali, che hanno stigmatizzato l’iniziativa e quella dell’ex assessore comunale Mario Labolani, ha fatto sentire la propria voce anche il Partito della Rifondazione Comunista di Brescia.

«L’inchiesta di Fanpage, che porta a galla le inossidabili radici fasciste del cosiddetto post-fascismo meloniano – scrive Rifondazione Comunista in una nota –  sembra avere risvegliato gli assopiti riflessi di quanti e quante non avevano ancora capito che la presunta accettazione della democrazia di Fratelli d’Italia non era altro che smercio di moneta falsa. Sarebbe stato sufficiente uno sguardo appena più attento per capire quali fossero gli ascendenti, le immutate radici ideologiche di Fratelli d’Italia, il partito che governa l’Italia, e della sua leader indiscussa».

«Sarebbe bastato non sorvolare sulle attività “formative”, sui contenuti dei seminari organizzati da Fratelli d’Italia per i propri giovani “apprendisti”, per capire, senza ombra di dubbio, dove batte il cuore di quel partito e non solo di qualche sua innocua propaggine marginale. Sarebbe stato sufficiente guardare ad alcuni degli ospiti fissi di quegli appuntamenti, dal terrorista Mario Tuti a Rainaldo Graziani (Ordine Nuovo), ad Alexander Dugin, il campione del populismo russo, cultore della simbologia e della peggiore ideologia nazista».

«Sarebbe bastato capire tutto questo – continua la nota di Rifondazione – per non lasciare soli quanti di noi, nel novembre del ’22, si ritrovarono a manifestare (controllati a vista dalla Digos in una piazza della Loggia tutt’ora vietata da un’assurda disposizione comunale) contro l’intestazione di un circolo cittadino di Fratelli d’Italia a Pino Rauti, mandante morale della strage fascista del 28 maggio 1974. Speriamo – conclude la nota – che questa tardiva resipiscenza si consolidi e che si metta da parte quell’antifascismo-light che troppo ha lasciato correre, con i risultati che sono sotto i nostri occhi».

 

 

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