Faccin: accordo con le banche per il rilancio del gruppo di Visano

Una parte del debito (13 milioni) verrà convertito in azioni ripartite tra i creditori. Approvato un aumento di capitale da 2,4 milioni.

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(red.) Faccin Group, l’azienda di Visano in provincia di Brescia con 110 addetti, player internazionale nella progettazione, costruzione e vendita di macchine curvatrici e piegatrici per lamiere e macchine utensili per l’industria meccanica e metallurgica, ha trovato l’accordo con le banche per il rilancio dell’occupazione e della produzione.
L’assemblea dei soci di Faccin Group (giovedì 17 dicembre 2020) ha ratificato l’accordo per il risanamento del gruppo, già firmato dai creditori finanziari, Banco Bpm, Crédit Agricole e Creval, con approvazione dell’aumento di capitale.

Nel dettaglio, l’intesa prevede che una parte del debito aziendale venga convertita in azioni senza diritto di voto (Sfp) per un valore di 13 milioni di euro, proporzionalmente ripartiti tra i creditori; a questi si aggiungono 2,4 milioni di aumento di capitale da parte dei soci (80% delle quote di proprietà del fondo di private equity Consilium, 20% di proprietà della famiglia Faccin), quindi nuova cassa, con un impatto positivo su debito e patrimonio per oltre 15 milioni.
“Siamo soddisfatti dell’esito della trattativa perché in questo modo riusciamo a mantenere l’occupazione e potenziare la nostra forza produttiva sul mercato internazionale”, dichiara Andrea Ceretti, Ceo di Faccin Group. “Un ringraziamento particolare è per tutti i nostri fornitori,che hanno sempre creduto nella solidità del nostro gruppo, permettendoci di consegnare in tempo le molteplici commesse programmate da settembre ad oggi. Un risultato che abbiamo ottenuto anche e soprattutto grazie ai nostri collaboratori, che sono la vera forza dell’azienda”.

Afferma Paolo Mallarino, Cfo di Faccin Group: “L’accordo siglato ci permetterà di pagare prima i fornitori e dare a clienti e lavoratori la serenità che meritano. Preferivamo non avere più distrazioni sul business e adesso potremo concretizzare le tante trattative aperte e gli ordini firmati con clausola sospensiva legata all’uscita dal concordato. Riteniamo che le rate del piano e il basso costo per gli interessi non pongano problemi di rimborso del debito in futuro. Le linee di finanziamento a breve sono state confermate da parte delle banche fino al 2025 e ampliate le possibilità di emettere garanzie, aprendo la strada per nuovi ordini”.

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