Lorandi, da Corte Venezia niente revisione processo

(red.) L’ex marmista bresciano di Nuvolera Bruno Lorandi dovrà continuare a scontare l’ergastolo e al momento non può sperare in una revisione del processo che lo aveva portato proprio al carcere a vita. L’uomo, secondo la giustizia, avrebbe ucciso la moglie Clara Bugna nel febbraio del 2007, quando la donna venne trovata senza vita in casa e strangolata. Quello era il giorno in cui Lorandi compiva 57 anni e anche l’ultimo prima di godersi la pensione.

L’ex marmista si è sempre detto innocente per il fatto che quella mattina, secondo i suoi difensori, si sarebbe recato al posto di lavoro. Ma non sarebbe stato così per gli inquirenti. Lorandi, tra l’altro, dalla moglie aveva avuto il figlio Christian che nel 1986 venne trovato morto strangolato. Per quella vicenda il padre venne accusato e messo in carcere, ma poi scagionato e prosciolto.

Nella vicenda del delitto della moglie, il legale di Bruno Lorandi si è rivolto alla Corte d’Appello di Venezia per chiedere la revisione del processo, ma la prima sezione penale nelle ore precedenti a lunedì 18 novembre ha negato l’istanza. Infatti, secondo i giudici veneti l’impostazione della difesa non avrebbe portato a nuovi elementi e invece contesterebbe quanto emerso e dato per assodato nel processo. Ora l’avvocato di Lorandi ha annunciato un altro ricorso in Cassazione.