Omicidio Calcinatello, il presunto killer “sente le voci” e “vede il diavolo”

Petrit Gega, il 52enne di origini albanesi ritenuto il responsabile dell’omicidio del connazionale Alfons Kola, il 33enne ucciso a coltellate fuori da un bar di Calcinatello, non ha ancora chiarito il movente del delitto avvenuto la scorsa settimana all'esterno di un bar.

Calcinato. Afferma di “sentire le voci” e ha chiesto di parlare con un’esorcista Petrit Gega, il 52enne di origini albanesi
ritenuto il responsabile dell’omicidio del connazionale Alfons Kola, il 33enne ucciso a coltellate fuori da un bar di Calcinatello la scorsa settimana, dopo un violento alterco cui hanno assistito diversi testimoni.
L’uomo, residente a Lonato, non ha ancora motivato il suo gesto, ma, al momento dell’arresto è stato collaborativo, consegnando agli inquirenti gli abiti ancora sporchi di sangue che indossava al momento dell’aggressione a colpi di coltello (abbandonato dal presunto omicida e trovato sul luogo del delitto), ma si è poi chiuso nel silenzio, fino all’interrogatorio di garanzia davanti al Gip (il quale ha escluso la premeditazione) nel quale avrebbe motivato il proprio gesto raccontando di “sentire delle voci” e di “vedere il diavolo”.
In base alle testimonianze raccolte dai carabinieri nelle fasi successive all’omicidio, il 52enne si sarebbe recato nel bar già armato di un coltello da cucina, cercando la vittima che non ha avuto scampo, raggiunto da diversi fendenti e morto dopo il ricovero in ospedale.

 

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