Omicidio di Natale, il mandante resta in carcere ma non ordinò il delitto

Secondo il Gip di Brescia, Sanjeev Kumar, il datore di lavoro della vittima, Ranjit Singh, voleva solo "dare una lezione" al connazionale che aveva bruciato tre dei suoi mezzi aziendali.

Brescia. Non voleva che morisse, ma che gli venisse data una “lezione” per avere incendiato tre dei suoi mezzi, dopo un burrascoso licenziamento.
Questo il convincimento del Gip di Brescia sulla posizione di Sanjeev Kumar, il datore di lavoro del connazionale indiano Ranjit Singh, morto a seguito di un agguato avvenuto in via Milano  Brescia la notte della Vigilia di Natale del 2023.
Si trattarebbe, secondo il giudice di concorso anomalo nell’omicidio del 51enne: l’uomo resta quindi in carcere (respinte e istanze di scarcerazione e di applicazione dei domiciliari) ma più affievolita la responsabilità dell’imprenditore residente a Bagnolo Mella.

Ranjit Singh carabinieri arresti omicidio di via Milano

Kumar avrebbe quindi sì ordinato la spedizione punitiva contro il connazionale, ma non il suo omicidio.
A corroborare questa ipotesi anche la testimonianza di uno degli esecutori materiali del delitto che ha affermato che Kumar non avrebbe mai dato indicazione di uccidere il 51enne. Resta il fatto che l’uomo fosse abituato a risolvere con violenza le controversie e per questo rimane in carcere data la sua pericolosità sociale.

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