Pagani (Articolo Uno): «I congressi siano una tappa della fase costituente del nuovo Pd»

Brescia. Dopo i risultati dei ballottaggi alcuni commentatori politici che vanno per la maggiore hanno dimostrato, ancora una volta, che esiste un populismo delle classi dirigenti. Se intendiamo per populismo la superficialità di analisi. Ed è senz’altro superficiale parlare di disfatta del Pd, di effetto Schlein già svanito e così via.
Tutti gli analisti di vaglia, infatti, insegnano che in elezioni a doppio turno le performance di un partito vanno valutate sul primo turno. E il primo turno dice che il Pd è largamente il primo partito, in crescita, e che Fratelli d’Italia è il secondo, in calo.
Che al secondo turno la destra strappa un comune capoluogo e conferma gli altri. Per una semplice ragione: le divisioni nel campo progressista.
Che poi si parli di débâcle perché si è perso nelle tre città toscane è stucchevole. Erano già di centrodestra. E lo sono per la irresponsabilità dei gruppi dirigenti di tutto il centrosinistra di quelle terre che litiga da 10 anni con atteggiamenti da presunti padroni del vapore.
Anche dall’interno del Pd si sono ascoltate valutazioni “strampalate” su una deriva irreversibile verso il massimalismo e la messa in soffitta del pluralismo interno, come cause della sconfitta. Con superficialità di analisi degne di miglior causa
E scrivo questo anche con una certa ruvidezza per dire che, al contrario, Brescia si sta dimostrando anche da questo punto di vista un laboratorio positivo. La riflessione dei democratici bresciani è stata pacata, obiettiva, senza nascondere la realtà.
Mi pare questo il giusto atteggiamento per imparare  dalle sconfitte e anche dalle vittorie. Si dice che si impari più dalle prime che dalle seconde, ma in terra bresciana pare che si stia mettendo a frutto anche la vittoria. La soluzione del nodo della giunta rispecchia una capacità di essere un partito plurale e a vocazione coalizionale.
Chiusa la partita amministrativa a breve si aprirà la fase dei congressi locali. È ovvio aspettare la approvazione da parte della direzione nazionale del relativo regolamento.
In questo senso mi sento di avanzare, però, alcuni suggerimenti alla segretaria nazionale: 1) la fase congressuale deve assumere la caratterizzazione di una nuova tappa della fase costituente del nuovo Pd; 2) i criteri di svolgimento dei congressi, quindi, non possono ridursi a una conta sui segretari, ma assumere anche i contorni di una vera consultazione degli iscritti sui nodi della battaglia politica nazionale e locale e su una riforma della forma partito. Questo significa che i congressi locali non devono necessariamente seguire giù per li rami la dialettica del congresso nazionale.
Ritengo questo il modo più opportuno per rafforzare la segretaria nazionale, che continuo a pensare sia la risorsa più grande che la sinistra e il centrosinistra hanno per costruire l’alternativa alla destra.
Anche in questa logica sono convinto che da Brescia possa venire un contributo all’altezza.
E comunque, con il nostro scioglimento ufficiale di sabato 10 giugno e la confluenza nel Pd, i nostri militanti daranno sicuramente il loro contributo in questa direzione.
Paolo Pagani
segretario provinciale di Articolo Uno di Brescia