Lettere al direttore

«Europee, si stanno creando le condizioni per il cantiere dell’alternativa»

I risultati elettorali delle europee e delle comunali hanno aperto una nuova fase politica. Si stanno creando le condizioni per avviare davvero il cantiere dell’ alternativa.
La svolta ad U di Renzi è uno dei segnali.
Non è che mi fidi troppo del personaggio, ma capisce di politica e ha colto l’attimo.
In politica è il kairos che conta.
Certamente il cantiere dell’ alternativa deve partire dal programma e non può essere un’ operazione tutta politicista. E il programma non può che coniugare riformismo e radicalità.
Ma che siano caduti, o stiano cadendo, i veri e i controveti è un altro successo del nuovo PD di Elly Scheiln.
C’è un’occasione imperdibile per un nuovo inizio: la raccolta firme per il referendum sull’autonomia differenziata.
Deve essere la miccia del processo.
Ritengo che anche a Brescia si debbano costituire comitati referendari nel modo più diffuso possibile.
E poi trasformarli, come ha proposto Bersani, in comitati per l’ alternativa.
Comitati che dal basso, in un rapporto virtuoso tra partiti, forze sociali, associazionismo, diano il contributo alla elaborazione del programma e a stringere i bulloni di una nuova alleanza.
Che non può essere solo un’ operazione romana. Se davvero si vuole ricucire la faglia tra i progressisti e il popolo perduto.
Questi comitati, poi, possono e devono intrecciare la loro azione con la costruzione di una lista progressista per il rinnovo del consiglio provinciale. Rinnovo che deve assumere la valenza del primo atto bresciano del cantiere dell’ alternativa.
Perché un ruolo dirimente, dentro l’ alleanza, devono assumere anche le amministrazioni locali, dove si sperimenta, a Brescia, il meglio del riformismo municipale. A partire dalla città capoluogo. Che deve assumere sempre più un profilo politico.
Il cambio di segno di tante amministrazioni dell’ hinterland è un ulteriore segnale della svolta in atto e non può non essere sfruttato anche in chiave provinciale.
Va da sé che, da parte di tutte le forze politiche, ci deve essere una coerenza, su tutto il territorio provinciale, nella definizione delle alleanze.

Paolo Pagani, direzione regionale del PD.

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