Lettere al direttore

«Piani cave, discariche, amministratori, funzionari e …politici»

Imma Lascialfari di Ambiante Futuro Lombardia interviene dopo il caso dell'imprenditore di Ghedi Arturo Bernardelli.

Più informazioni su

Brescia. La bassa pianura formata dalle colline moreniche lasciate da antichi ghiacciai è un giacimento di ghiaia di ottima qualità, che nel corso del novecento è stata fonte di estrazioni di grandi quantità di sabbia e ghiaia. Basta scavare un metro o forse due, per trovare inerti di qualità e, una volta esauriti, grazie a piani cave assurdi da sempre denunciati da comitati e associazioni, si trova l’inghippo ovviamente autorizzato per scavare altrove.
Dopo l’ennesimo caso di “probabile istigazione alla corruzione” che apprendiamo dai giornali, seppur certamente non vogliamo sostituirsi alla magistratura, sono molte le riflessioni e le osservazioni che dovremmo fare tutti. Sappiamo bene che l’attività estrattiva e lo smaltimento dei rifiuti suscitano da sempre grandi appetiti, “leciti ed illeciti”.
La prima riflessione riguarda gli imprenditori di cave e discariche e, purtroppo, Brescia ne è un esempio negativo per quel collegamento, da noi sempre sollecitato in tutte le sedi istituzionali, fra escavazione di sabbia prima e riempimento di rifiuti poi, e tutto ciò solo ed esclusivamente in nome del dio denaro, volendone sempre di più, dimenticandosi che in questo modo vengono sempre di più sfruttati i nostri territori mettendo così a rischio anche la salute di tutti.
La seconda riflessione è rivolta alla politica tutta. Nel caso di Ghedi, sempre da quanto appreso dai giornali, sembra che i soggetti coinvolti, chi più, chi meno, e a diverso titolo, simo addirittura cx sindaci, delegati provinciali, assessori regionali che, dovrebbero rappresentare “immacolatamente” i cittadini ed i territori, che non hanno il coraggio di prendere le distanze da certi imprenditori che, nascondendosi dietro a ridicole compensazioni, danneggiano irrevocabilmente i nostri territori, ben consapevoli di essere in torto, come ad esempio emerso, sempre dai giornali, nell’intercettazione dove l’imprenditore ha il coraggio di dire ad un funzionario “tu sei troppo giovane non puoi ancora capire”. Un plauso va invece a chi ha avuto il coraggio di parlare e non nascondersi dietro l’omertà e, quindi, di ribellarsi contro l’arroganza.
La terza è che dovremmo smetterla di considerare l’equazione che “escavazione ed impianti di rifiuti diano lavoro”. Se oggi siamo arrivati a tutto ciò è anche per la mancanza di controlli seri ed approfonditi su queste attività che impattano fortemente sull’ambiente e sull’ecosistema. Purtroppo negli anni queste attività hanno, “per la maggior parte, generato una commistione di affaristi che, oltre allo sfregio ambientale hanno generano “malaffare”.
Ci chiediamo, ma a Brescia e provincia tutti questi buchi e tutte queste discariche servivano sul serio? Erano davvero necessarie? O sono solo servite per pochi “eletti” che ne hanno tratto vantaggio?
Alla luce di tutto ciò, anche noi forse avremmo potuto vivere diversamente, ma anche di turismo, di agricoltura e di altri settori certamente meno impattanti e critici di questi.
Con tristezza ci ritroviamo a leggere che la politica bresciana, che spesso ai comitati non risponde, si premurava, come sempre appreso dalla stampa “di informare la ditta indagata anche sulle decisioni di Regione Lombardia in merito al nuovo piana cave”, ma ancora più grave, sempre letto dai giornali, si faceva tramite per qualche buono omaggio in cambio di falsifìcazioni dei rilievi topografici per nascondere errate escavazìoni.
Forse i cittadini bresciani avrebbero necessità di uma nuova classe politica, capace, preparata e onesta e che questi “matusalemme” (di qualsiasi partito essi siano) – ricordiamo ai cittadini che abbiamo politici che siedono sulle “belle poltrocine” da quasi 30 anni – se ne vadano finalmente a fare altro nella vita, giacché ascoltano i cittadini solo in campagna elettorale.
Da ultimo non possiamo esimerci dall’essere sorpresi su come si faccia così “presto” ad arrivare a un ministro senza se e senza ma, né tantomeno avendone i titoli e i requisiti e, addirittura aggirandosi nei “palazzi istituzionali romani” in modo così tranquillo e generoso, quando noi comitati ed associazioni con una lunga carriera ultraventicinquennale alle spalle di lavoro, onestà e serietà, che, ad esempio, per il caso “Wte fanghi tossici sversati illegalmente sui terreni di mezza Italia” abbiamo “pregato” e, in questo caso il verbo non è figurativo, assessori regionali, presidenti regionali, l’allora presidente Anci, ministri e ministeri, parlamentari bresciani, la presidenza del consiglio, e, per quest’ultima arrivando sino alla segretaria e braccio destro della presidente Meloni, affinché lo Stato si costituisse parte civile nel procedimento penale tuttora in corso a fianco dei loro cittadini e, per tutta risposta, “non abbiamo ricevuto risposte né, tantomeno, lo stato si è costituito parte civile, peraltro era anche l’unico ente deputato a farlo.
Ma dobbiamo ancora credere nella politica e nei politici?
Imma Lascialfari per Ambiante Futuro Lombardia

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.