Alluvioni, «Quello che accade è frutto di quello che abbiamo e non abbiamo fatto»

Quello che accade è frutto di quello che abbiamo e non abbiamo fatto. Gli eventi alluvionali portano una realtà territoriale come progettata e infrastrutturata non negli anni ma nei decenni. Anche di territori e paesi abbandonati, senza più manutenzione.
Oltre che alla popolazione, vicini alle istituzioni e a tutti i corpi dello stato che nelle prime ore si è concentrata in maniera particolare sul salvataggio delle persone e della messa in sicurezza dei cittadini. Un pensiero ai dispersi.
L’alluvione, con conseguenze di straordinarie esondazioni
, è una tragica conseguenza degli effetti disastrosi della crisi del clima, contro cui servono straordinarie azioni immediate, utilizzando anche l’esercito e, un’adeguata cultura della prevenzione in termini di manutenzione e gestione delle infrastrutture, la costante pulizia, e controllo dei fenomeni idrogeologici e, soprattutto informazione alle comunità, come comportarsi, e come mettere in sicurezza le proprie abitazioni.
Comprendendo profondamente del ripetersi di questi conosciuti fenomeni, la paura che ti avvolge e lo smarrimento che ti assale. Quel che è intollerabile è lo scaricabarile delle responsabilità. E’ passato un anno e ancora una volta Faenza e Ravenna sono coinvolte da un altro dramma. La loro dignità, senza esprimere disperazione, sappiamo che è un veleno che estingue a poco a poco l’illusione, la motivazione e l’energia. È la crosta della delusione permanente, la spina nel fianco che ci fa provare l’amarezza, fino a quando cadiamo in una trappola psicologica molto pericolosa. Perché a lungo termine, questo stato ci rende molto vulnerabili alla depressione e ad altri disturbi con un prezzo emotivo molto alto, per le nostre Comunità. Un abbraccio a tutte le persone.
Celso Vassalini ex volontario Protezione Civile