“Orme /23″ tra legni pietre corda piante Fabio Ingrosso a Brescia al Xeno civico 29

Brescia. Sabato 30 settembre alle ore 16,00 XENO al civico 29 progetto di Associazione Carminiamo in via F. Borgondio 29  e 48 a Brescia presenta: Orme /23″ di Fabio Ingrosso.
Orme /23″ di Fabio Ingrosso è un intervento site specific sul tema dell’orma in stretto dialogo con gli spazi espositivi in corte Calini e della stanza di vicolo F. Borgondio. L’orma è la traccia di un passaggio, il segno di un’alterazione nello spazio-tempo. Tutto ciò che percepiamo, in effetti, non è che l’orma di qualcosa che è stato prima del momento in cui viene davvero vissuto. È un’orma la luce di ogni stella nel cielo, è un’orma musica delle onde sonore che ci trasmettono alla radio, sono orme tutte le immagini che abbia o davanti agli occhi, mutamenti della luce nello spazio e nel tempo.
Nella corte sarà allestita l’opera “Un Sentiero di Alberi”. Un albero secco, ribaltato, il tronco è composto da blocchetti in argilla cruda, appesi ad un telaio in ferro e corda. Composto dal calco, l’orma, degli alberi che si incontrano lungo un sentiero tra Brescia e Bergamo. L’orma è qui intesa come tracciato, quello appunto che collega le due città, ora insieme capitali della cultura 2023; è anche impronta e prova delle varietà naturale che nel sentiero si incontrano. L’orma come testimonianza della natura, fondamentale per il benessere di ognuno.  “Un Sentiero di Alberi” ne è il paradosso, testimone della ricchezza naturale di una delle aree geografiche maggiormente inquinate d’Europa.
L’albero ribaltato, posizionato nel cuore della città di Brescia è come un monumento, realizzato in terra cruda è destinato a distruggersi esattamente succede al il patrimonio naturale che, esposto all’azione degli eventi inquinanti, ne sarà alienato tanto più velocemente quanto maggiore è il grado d’inquinamento. Resta l’anima secca, anch’essa destinata a distruggersi. “Ombra del tempo”: installazione nella stanza di vicolo Borgondio, è un insieme di monotipi, realizzati tramite calcografia e cianotipia, e di detriti i stallati a pavimento.
In questo contesto siamo all’estremo del tempo, dove ogni cosa esistita ha perso del tutto la propria fisicità, ciò che ne rimane è solo un’ombra. Si tratta dell’ombra del tempo: tutta la materia è solo polvere, puntini di luce dispersi nel buio. Monotipi e detriti, insieme alle tracce di umidità e all’intonaco staccato, i segni di usura delle pareti della stanza, creeranno così un luogo di riflessione su quanto realmente le orme dell’umanità, i segni a cui tanto teniamo del nostro passaggio sulla Terra, non siano che polvere in un universo incomprensibile.
Fabio Ingrosso è nato a Lecce nel 1994. Ha iniziato da poco tempo un percorso improntato sulle arti visive, studia all’Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia; ma sin da piccolo era propenso agli studi delle arti, sviluppando interessi: musicali, grafici, letterali e artigianali.
La sua ricerca artistica ruota attorno a un modo di comprendere il mondo nell’accezione di una condizione personale ed emotiva con esso; cercando di esplorare con l’arte quelle emozioni che percepisce in purezza e l’immaginario che queste creano dentro di lui. Importante, nonché indissociabile, è la relazione tra mente e corpo nell’esperienza diretta con i fenomeni che poi lo condizioneranno nel processo creativo. L’uso dei materiali è peculiare, perché sono accuratamente scelti e ricorrenti: legni, pietre, corda, piante; oltre a un’affezione per la tecnica di stampa fotografica della cianotipia che lo porta tutte le volte che la utilizza a sperimentare, fare molteplici tentativi, confrontarsi con la casualità del risultato imprevedibile, insomma, uno specchio pratico che ha una riflessione filosofica della sua visione sull’esistenza personale e dell’umano.
Giorni di apertura:  sabato 30 settembre,domenica 1 ottobre, sabato 7 ottobre, domenica 8 ottobre. dalle ore 16,00 alle ore 18,00.

 

 

 

 

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