La segreteria cittadina del Pd sceglie Muchetti come vice di Castelletti

Con un blitz del quale molti contestano i tempi e le modalità, è stato deciso di non sottoporre all'assemblea del partito la scelta tra i due candidati, ma di limitare la votazione al sì o no per un solo nome. Quello dell'assessore alla Rigenerazione urbana.

Brescia. Venerdì 10 febbraio, giocando d’anticipo sulla decisione che l’assemblea cittadina del Partito democratico avrebbe dovuto prendere lunedì sera, la segreteria cittadina guidata da Tommaso Gaglia ha votato per indicare l’assessore Valter Muchetti per la carica di vicesindaco, affiancandolo alla candidata sindaco Laura Castelletti nelle elezioni comunali che si terranno in città tra maggio e giugno 2023.
Una decisione, effettuata alla vigilia del voto per le regionali, della quale molti contestano il tempismo autolesionista. Anche perché non si tratta di una scelta indolore e potrebbe preludere a una spaccatura interna.
Infatti la domanda che verrà posta all’assemblea piddina non sarà di esprimersi (a voto segreto) tra i due assessori concorrenti Federico Manzoni e Valter Mucchetti, ma semplicemente di ratificare o respingere (a voto palese) la decisione pro Muchetti della segreteria.
Se però l’assemblea bocciasse l’indicazione dei vertici, sarebbe una sorta di sfiducia nei confronti della segreteria cittadina a pochi mesi dal voto in città. E infatti questo blitz, non certo brillante per i tempi e i modi, non è risultato gradito a molti esponenti del partito, compresa, pare, la segreteria provinciale.
Per la cronaca, il voto in segreteria è finito a larga maggioranza per Muchetti, con il segretario Gaglia a prendere atto del risultato.
Ma la componente manzoniana del Pd che si era espressa con un documento a favore dell’assessore alla Mobilità potrebbe cercare di far slittare i tempi dell’assemblea, che dovrebbe svolgersi mentre lo spoglio per le regionali è ancora in corso.
A rimetterci in caso di spaccatura verticale nel Pd sarebbe in fondo la candidata sindaco Castelletti che rischierebbe di essere penalizzata dal gioco delle ripicche incrociate tra le varie componenti del partito di maggioranza relativa.

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