Brescia, Palazzo Loggia “mette le ali” all’integrazione

Comune di Brescia e LULE Società Cooperativa sociale onlus hanno firmato il sesto rinnovo della convenzione per il progetto di contrasto allo sfruttamento sessuale, lavorativo e all'accattonaggio.

Brescia. Comune di Brescia e LULE Società Cooperativa sociale onlus hanno firmato il sesto rinnovo della convenzione per il progetto “Mettiamo le ali – Dall’emersione all’integrazione”.
Dal 2017 il Comune collabora con realtà del territorio che si occupano di contrastare lo sfruttamento sessuale, quello lavorativo, l’accattonaggio e in generale l’impiego di persone disagiate all’interno di economie illegali. Lo scopo della collaborazione è ridurre il disagio delle persone coinvolte nella prostituzione e favorirne l’inclusione sociale, tutelare i diritti e garantire l’inserimento socio-lavorativo delle vittime della tratta di esseri umani, in particolare a scopo di sfruttamento sessuale, ma anche in altri ambiti (lavorativo, accattonaggio ecc.), contribuire parallelamente, attraverso la collaborazione con le Forze dell’Ordine e l’Autorità Giudiziaria, al contrasto alla criminalità organizzata che gestisce la tratta di esseri umani, e contribuire a sviluppare interventi che abbassino l’allarme sociale nelle comunità locali e ne elevino il senso di responsabilità e di accoglienza.

La convenzione appena rinnovata consente di partecipare al Bando 6/2023, emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, per la Zona Lombardia 2 (che comprende le province di Brescia, Bergamo, Cremona, Lecco, Lodi, Pavia e Mantova) e che ha come durata 1 marzo 2024 – 31 luglio 2025. Lule Soc. Coop. Sociale Onlus è ente capofila del progetto che viene realizzato a Brescia in partenariato con i seguenti enti attuatori: Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione di Sesto S. Giovanni (MI), Associazione Casa Betel 2000 di Brescia e Coop. soc. Kemay.

In base alla convenzione, il Comune di Brescia promuove queste attività sul territorio, attuate dall’ente capofila e dagli enti attuatori:
✔️Attività di primo contatto con le popolazioni a rischio di sfruttamento volte alla tutela della salute e all’emersione delle potenziali vittime di tratta e/o grave sfruttamento sessuale, lavorativo, accattonaggio, economie illegali e matrimoni forzati/combinati, con particolare attenzione alle persone richiedenti protezione internazionale o titolari di protezione internazionale.

✔️Azioni proattive multi-agenzia di identificazione dello stato di vittima anche presso le Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale.

✔️Attività di formazione interna sulla connessione tra il sistema tratta e il sistema richiedenti protezione internazionale (rivolta agli operatori del progetto) ed esterna (rivolta agli operatori degli enti locali, delle forze dell’ordine, dei centri di accoglienza per richiedenti protezione internazionale, ecc.).

✔️Attività di raccordo con il Numero Verde contro la Tratta reperibilità 24 ore su 24, segnalazione e messa in rete di casi emersi nelle province di competenza del progetto.

✔️ Attività di raccordo operativo con il sistema a tutela dei richiedenti/titolari di protezione internazionale/umanitaria, attività di valutazione e orientamento in merito ai programmi di protezione sociale, presa in carico delle eventuali vittime individuate, lavoro di rete e di raccordo con le Prefetture e le Commissioni Territoriali competenti.

✔️ Attività di protezione immediata e prima assistenza quali pronta accoglienza, assistenza sanitaria, consulenza legale e psicologica.

✔️ Attività di accoglienza residenziale, sostegno psicologico, consulenza legale, accompagnamento educativo, gestione del percorso di regolarizzazione (avvio delle pratiche mirate all’ottenimento del permesso di soggiorno di cui all’art.18 del D. Lgs. 286/98 o di altro status giuridico), formazione professionale.

✔️Attività di accoglienza in semi-autonomia ed integrazione territoriale: disponibilità di alloggi in semi autonomia e a convivenza guidata, accompagnamento all’inserimento lavorativo e sociale, avvio all’autonomia abitativa.

✔️ Attività di presa in carico territoriale (non residenziale): consulenza legale, gestione del percorso di regolarizzazione, formazione professionale, accompagnamento all’inserimento lavorativo.

Homeless

Come detto, il Comune di Brescia, insieme con gli enti capofila e attuatori, si occupa da diversi anni della tematica all’interno dei Bandi che, circa ogni anno e mezzo, sono emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. A ogni rinnovo del bando, viene prodotta una relazione sulla chiusura di quello precedente.

Di seguito i numeri delle attività svolte nel Bando 5/2022 (che va dal 1 ottobre 2022 al 29 febbraio 2024) dai medesimi soggetti coinvolti nel 6/2023:

➤Il lavoro di contatto sul territorio è stato svolto da Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione in collaborazione con le Cooperative Di Bessimo e Calabrone (Enti fornitori di servizi per il progetto). Le unità mobili di contatto in strada e in luoghi al chiuso, nei diversi ambiti di sfruttamento, hanno svolto un lavoro di contatto e accompagnamento che ha visto coinvolte 163 persone (di cui 49 richiedenti o titolari di Protezione Internazionale). Nel totale delle persone raggiunte si includono le attività di informative rivolte a 2 persone inserite in un progetto SAI.

➤L’attività delle UDC ha favorito l’adesione al percorso di assistenza e protezione di 1 uomo brasiliano (entrato in contatto con Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione) vittima di sfruttamento sessuale, nella provincia di Brescia  e accolto dal progetto “Derive e Approdi” di Milano.

Sfruttamento sessuale Outdoor. Durante i 17 mesi del Bando 5/22, l’attività dell’unità mobile di contatto è proseguita con uscite quindicinali serali. I comuni interessati dall’intervento delle unità di contatto sono: Brescia (Via Milano), Mandolossa, Sant’Eufemia, Castegnato, Ospitaletto, Gussago, Bornato, Rezzato, Mazzano, Ciliverghe, Molinetto, Ponte San Marco.
La maggioranza dei contatti effettuati durante le uscite ha confermato la presenza di persone già conosciute dagli operatori delle unità mobili che hanno infatti rilevato un turn over molto basso. Le nuove presenze risultano essere persone che si trovano sul territorio solo di passaggio. L’unica eccezione è stata riscontrata nel comune di Mazzano dove negli ultimi mesi sono state contattate donne rumene che hanno dichiarato di essere arrivate in Italia direttamente dalla Romania e che sono state incontrate nuovamente in uscite successive.
Si conferma una diminuzione della presenza di donne nigeriane sul territorio.
Nella zona di Ospitaletto si rileva quasi esclusivamente la presenza di donne transgender adulte originarie del Brasile.  Si riscontra un aumento del turn over dovuto sia all’arrivo di nuove persone provenienti dal Brasile, sia dall’aumento di persone già presenti in Italia ma inserite nel sistema delle “tourneè” che le porta a spostarsi velocemente sul territorio. Durante le uscite, le unità mobili di contatto hanno svolto un lavoro di distribuzione materiale informativo, di distribuzione di presidi sanitari di prevenzione (quali profilattici e lubrificanti) di generi di conforto (bevande e cibo) e  di prodotti per l’igiene.

➤Sfruttamento sessuale Indoor. L’attività di contatto indoor rivolta alle vittime di sfruttamento sessuale nei luoghi al chiuso ha previsto la mappatura di siti online che propongono incontri e prestazioni sessuali.
Sono stati mappati annunci presenti principalmente su 4 diversi siti internet. L’equipe attraverso messaggi ha provato a contattare le utenze telefoniche presenti sui siti al fine di entrare in contatto con le potenziali vittime di sfruttamento sessuale. Si conferma l’elevato turn over tipico della tipologia di servizi offerti ai clienti della prostituzione indoor. Il frequente ricambio dell’offerta della prostituzione in appartamento porta le donne ad essere presenti sul territorio per circa due settimane al massimo. Questa mobilità rende difficile l’accesso alle strutture sanitarie in quanto non è possibile garantire appuntamenti per controlli sanitari in tempi così ravvicinati. L’equipe lavora anche in rete con le altre unità di contatto italiane presenti sui luoghi di destinazione successiva indirizzando l’utenza ai colleghi di altre territorialità. Questo sistema permette alle altre unità di contatto di fissare degli appuntamenti in tempi più dilatati e all’utenza di avere un riferimento anche sul successivo territorio in cui si troverà a prostituirsi.

povertà poveri senzatetto

➤ Sfruttamento lavorativo, accattonaggio ed economie illegali
All’interno delle attività previste fino a dicembre 2023 dal progetto complementare Di.Agr.AMMI Nord, sono state svolte 2 uscite rivolte a potenziali vittime di sfruttamento lavorativo che hanno permesso di entrare in contatto con 8 uomini: 4 provenienti dal Pakistan e 4 dall’India.
Nell’ambito delle attività volte all’emersione del grave sfruttamento lavorativo, fondamentale è stata la collaborazione con CGIL Brescia (in particolare con FLAI-CGIL), con lo sportello Richiedenti Asilo e con i mediatori di OIM presenti all’interno della Questura.

Azioni di prossimità. È proseguita l’attività di accompagnamento nelle strutture sanitarie del territorio in risposta ai bisogni espressi dalle  persone contattate. È in aumento la necessità di orientamento ai servizi del territorio anche dovuta al contatto con persone che presentano un’elevata mobilità sul territorio e, dunque, necessitano di un maggior supporto nell’orientamento sul territorio in cui si trovano a transitare.

Nel corso del Bando 5/2022, il numero di richieste pervenute rimane pressoché invariato rispetto al precedente Bando.  Si evidenzia, però, un incremento di segnalazioni relative a uomini, che hanno portato all’identificazione di 1 vittima di tratta e sfruttamento lavorativo e 1 vittima di tratta e sfruttamento sessuale. Inoltre, si rileva la presenza di nuove nazionalità, quali la Somalia, il Bangladesh, la Costa d’Avorio, il Mali anche se, al momento, la Nigeria rimane ancora la nazionalità predominante.
Per quanto riguarda le segnalazioni relative alle persone di nazionalità nigeriana si denota che la maggior parte è entrata in Italia tra il 2017 e il 2018 per poi raggiungere altro stato dell’Unione Europea ed essere infine rimandate nel paese di   sbarco in qualità di “Dublinate”. Molte delle donne segnalate hanno un minore a carico: sono quasi sempre sole, senza un compagno che le possa sostenere economicamente. Il bisogno principale dei Richiedenti Protezione Internazionale di origine nigeriana, oltre alla regolarizzazione, è di tipo   abitativo e la maggior parte di loro dichiara di non subire più le ingerenze della madame e di non sentirsi quindi in reale pericolo.

La maggioranza delle persone incontrate ha una scarsa conoscenza della lingua italiana, scarsa autonomia e poca fiducia del sistema dei servizi che la nostra nazione può offrire. Questo aspetto può favorire il rischio di sfruttamento lavorativo, anche quando i meccanismi della tratta non rappresentano più un pericolo. Non conoscere la lingua, le regole dei contratti di lavoro, non avere un documento stabile, avere bisogno di denaro, rappresenta un insieme di fattori di alto rischio rispetto a quelle forme di irregolarità nel mondo del lavoro.
Questo Bando è stato caratterizzato da richieste di Referral per persone di molteplici nazionalità e dal consistente numero   di uomini prevalentemente vittime di sfruttamento lavorativo.
Si segnala l’avvio al programma di assistenza e protezione, a seguito del Referral nella provincia di Brescia per 1 donna di nazionalità nigeriana, vittima di sfruttamento sessuale che verrà accolta presso il pronto intervento di Associazione Micaela di Bergamo.

Tra le attività svolte all’interno del bando anche:
✔️Segretariato sociale. A seguito di questa attività di progetto, 13 persone incontrate da 3 diversi enti attuatori hanno aderito alla proposta di   avvio del programma di assistenza e protezione.

✔️Attività di prima assistenza. Questa attività è svolta a Brescia dall’Associazione Casa Betel 2000 per l’accoglienza femminile e dalla Coop. Soc. Kemay per l’accoglienza maschile. Le strutture sono ad indirizzo segreto e garantiscono il supporto di un’equipe professionale. L’ingresso può avvenire in emergenza o essere filtrato tramite colloqui di valutazione e orientamento. Durante l’accoglienza è costruito un progetto educativo individualizzato finalizzato alla fuoriuscita dal circuito della criminalità organizzata e all’acquisizione dell’autonomia della persona.

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