Brescia, dimensionamento scolastico delle scuole statali: scatta l’aggiornamento

Dopo 15 anni le condizioni anagrafiche sono cambiate: gli studenti sono calati del 10% e sono previsti nuovi insediamenti abitativi in alcuni quartieri della città. Il Comune ha avviato la revisione della geografia attuale degli Istituti Comprensivi.

Brescia. L’ultima modifica al dimensionamento scolastico delle scuole statali cittadine, approvato nel 2009, – il processo mediante il quale vengono stabilite le risorse umane necessarie per garantire un’appropriata erogazione dell’istruzione e attraverso il quale gli Enti Locali propongono l’istituzione, l’aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole al fine di avere istituzioni scolastiche con una popolazione definita dal legislatore come ottimale – a Brescia è avvenuta nel 2014. Dopo quell’intervento, il territorio risulta suddiviso in 12 istituti comprensivi verticali, che comprendono le scuole dall’infanzia alle secondarie di I grado.
Dopo 15 anni le condizioni anagrafiche sono cambiate: sono diminuiti innanzitutto i minori che sono passati dai 13.958 alunni iscritti nel 2009 nelle scuole interessate ai 12.558 di oggi, subendo un calo di circa il 10%. È stata condotta anche un’analisi e una proiezione delle nascite sui vari territori, che mostra come anche nei prossimi anni la popolazione scolastica sia destinata a calare.
Inoltre, sono variate le condizioni sociali e residenziali di alcune zone: sono previsti nuovi insediamenti abitativi in alcuni quartieri della città, ed è in programma come noto la creazione di un nuovo polo scolastico nel quartiere Don Bosco.

È giunto il momento, quindi, per una nuova revisione della geografia attuale degli Istituti Comprensivi, rivista alla luce dei criteri di territorialità (tenendo conto delle omogenee condizioni territoriali, favorire la continuità didattica tra i cicli delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado), e dell’offerta scolastica (arricchimento e diversificazione dei tempi scuola proposti nel medesimo Istituto). La proposta nasce da un confronto diretto e partecipato con dirigenti, Consigli di quartiere e genitori che, durante le assemblee pubbliche tenutesi alla fine dello scorso anno scolastico, hanno fatto emergere istanze e bisogni.

Le variazioni proposte saranno le seguenti: spostamento della scuola Crispi dall’I.C. Centro 3 all’I.C. Sud 1 (di nuova costituzione); spostamento della scuola Collodi dall’I.C. Centro 2 all’I.C. Centro 1; costituzione di un nuovo I.C. Sud 1 – relativo alla zona che sarà oggetto del progetto “Scuola al centro del futuro – SUS” ove confluiranno la scuola Crispi dall’I.C. Centro 3, e le scuole dell’infanzia Lamarmora e Folzano, le primarie Canossi e Prandini e la secondaria Bettinzoli dall’I.C. sud 3; costituzione di un unico I.C. Centro storico dove confluiranno le scuole dell’I.C. Centro 3, e i plessi della primaria Tito Speri e della Secondaria Marconi; spostamento delle scuole primaria Alighieri e secondaria Foscolo dall’I.C. Centro 2 all’I.C. Nord 2.
Tali variazioni saranno in vigore dall’anno scolastico 2025/26. Si sottolinea che questo dimensionamento non comporterà cambiamenti per l’utenza, che potrà continuare a frequentare i plessi desiderati. Nonostante le indicazioni regionali siano orientate a una riduzione del numero complessivo di Istituti comprensivi, la scelta operata è invece stata quella di non prevedere alcun taglio e salvaguardare i 12 istituti presenti, intervenendo esclusivamente sulla riorganizzazione dei loro perimetri e consolidando lo schema per i prossimi anni.
Allo stesso modo, nonostante la riduzione del numero complessivo di alunni, si è scelto di mantenere in attività tutti i plessi attualmente esistenti, ritenendo fondamentale il ruolo delle scuole come presidi educativi e perno della vita dei quartieri.

«Con questa presa di posizione – viene spiegato – l’Amministrazione comunale vuole sostenere – per quanto di sua competenza – una migliore e più efficace distribuzione di studenti nei plessi e nelle classi. Il calo demografico, quindi, diventa l’occasione per dare a insegnanti e studenti un po’ di respiro e non per ridurre gli spazi. La volontà del Comune di Brescia è, per quel che è possibile nell’ambito delle sue competenze, di opporsi alle classi troppo numerose salvaguardando gli spazi che si liberano nei plessi per convertirli in laboratori didattici, consapevole che la competenza per stabilire l’organico delle scuole sia dell’Ufficio scolastico territoriale».

«È intenzione dell’Amministrazione lavorare nei prossimi anni per dialogare con l’UST al fine di garantire a tutti gli Istituti Comprensivi un’offerta diversificata di servizi, che valorizzi l’offerta formativa e risponda alle mutate esigenze di famiglie e studenti» viene spiegato da Palazzo Loggia. «Si vuole, inoltre, promuovere la costruzione di patti educativi di comunità, coinvolgendo gli attori che operano sul territorio, con l’obiettivo di far fronte ai bisogni locali di una comunità che ruota intorno alla scuola, individuare strumenti e forme di collaborazione che possano arricchire l’offerta formativa sfruttando e valorizzando le infrastrutture del territorio cittadino, potenziare il lavoro di rete tra gli IC in modo da non considerare i confini tra gli IC dei limiti allo sviluppo di progettualità comuni o di continuità, valorizzare i lavori che vengono svolti nelle diverse scuole, per favorire la conoscenza reciproca e lo scambio di buone pratiche, e approfondire il tema della didattica interculturale, aspetto caratterizzante della nostra città, attraverso progetti che sappiano valorizzare il bilinguismo come risorsa e contemporaneamente supportare le difficoltà legate all’apprendimento della lingua italiana, coinvolgendo maggiormente anche le famiglie nel percorso educativo dei figlie e delle figlie».